La Nuova Sardegna

Oristano

Il giardino dimenticato e le proteste

Il giardino dimenticato e le proteste

Petizione per l’area di piazza Martiri delle Foibe e l’opposizione attacca la giunta

19 maggio 2021
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ORISTANO. L’oggetto delle critiche del centro sinistra sono le condizioni dell’ampio spazio verde di piazza Martiri delle Foibe, il giardinetto di melograni tra via Lepanto e piazza Sant’Efisio. Ma l’interrogazione presentata dai consiglieri del Partito Democratico, Efisio Sanna e Maria Obinu, e dall’indipendente Francesco Federico è anche l’occasione di criticare alcuni atteggiamenti della maggioranza. «I problemi della città, con l’attuale compagine amministrativa, spesso trovano trattazione solo sui social network – scrivono i tre –. Nel corso degli anni è stato destrutturato un valido e collaudato sistema di recepimento delle segnalazioni di vari aspetti critici, con ricadute negative sulle priorità da assegnare e sugli interventi risolutivi da realizzare».

A scatenare la reazione dei tre consiglieri di centro sinistra, è una lettera, indirizzata al sindaco Andrea Lutzu e all’assessore all’Ambiente Gianfranco Licheri e corredata da un centinaio di firme di residenti del quartiere, inviata la scorsa settimana e rimasta, per ora, senza risposte ufficiali. Riprendendo le rimostranze dei firmatari della petizione, i tre consiglieri segnalano la situazione di degrado del giardino e del vicolo che lo collega con piazza Sant’Efisio, trasformatosi, in questi mesi di chiusura dei bar, in una sorta di zona franca, dove sempre più persone si incontrano per consumare alcolici, abbandonando poi sul posto i rifiuti e magari utilizzando il vicolo per fare i propri bisogni.

Tutto questo si sovrapporrebbe a problemi cronici, legati alla mancata pulizia e manutenzione del verde pubblico, anche se l’area in questi ultimi giorni era abbastanza pulita e ordinata. «Piazza Martiri della Foibe rappresenta l’unico importante polmone verde al servizio delle famiglie e della socialità in quel quartiere», affermano i tre prima di chiedere conto all’amministrazione delle mancanze precedenti e degli interventi in programma per porre rimedio alla situazione. (dav.pi.)

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