La Nuova Sardegna

Oristano

Dopo gli incendi la bomba ecologica chiamata amianto

di Michela Cuccu
Dopo gli incendi la bomba ecologica chiamata amianto

Nel Montiferru preoccupazione per i tanti manufatti presenti nelle aziende distrutte dal passaggio del fuoco

09 ottobre 2021
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SCANO MONTIFERRO. «La Protezione civile intervenga con urgenza per eliminare la bomba ecologica rivelata dall’incendio che a fine luglio, ha devastato migliaia di ettari nel Montferru». È in sintesi l’appello denuncia lanciato dall’Associazione regionale ex esposti amianto che ha scritto alla direzione regionale della Protezione civile, chiedendo di mettere in sicurezza le aree dove ora, tra le macerie delle costruzioni delle aziende agricole divorate dalle fiamme, ci sono infatti tettoie, tubature e depositi per l’acqua fatti di eternit. Cemento amianto che i proprietari di stalle, ovili, case coloniche e magazzini, fino ad ora non avevano potuto sostituire, dati i costi elevati della bonifica del materiale e l’impossibilità di ricostruire le parti demolite.

«Nei giorni successivi agli incendi che hanno devastato il territorio del Montiferru avevamo inviato alle istituzioni, al governo regionale, alle amministrazioni locali e a diversi enti, la richiesta di un intervento urgente per eliminare il rischio sanitario e ambientale causato dalla presenza dell’amianto nei territori colpiti dal fuoco», dice il presidente dell’Areas, Giampaolo Lilliu: «Purtroppo, nonostante sia in corso un’imponente attività coordinata dalla Protezione civile nelle aree devastate dall’incendio, non c’è stata data alcuna risposta da parte degli enti. Anzi, per quanto sappiamo, non è stata nemmeno avviata la procedura per predisporre un piano straordinario per finanziare la bonifica dall’amianto».

Secondo Lilliu, infatti, solo con un finanziamento straordinario si potrebbero agevolare i proprietari degli immobili ed eliminare, anche per tutelare le generazioni future che vorranno proseguire a lavorare in quelle zone, il rischio per la salute derivante dall’esposizione alla fibra killer. In una nota, Areas Oristano precisa: «Sono rischi confermati anche attraverso le immagini dei servizi televisivi e dalle numerose fotografie pubblicate sulla stampa nei giorni del rogo, ma anche dalle tantissime testimonianze di cittadini, proprietari degli immobili agricoli e dei tantissimi operatori impegnati nelle bonifiche del territorio che hanno denunciato, restando purtroppo inascoltati, la massiccia presenza di lastre e detriti di eternit».

Da qui la richiesta inviata alla direzione generale della protezione civile regionale «di considerare nell’attività operativa attualmente in corso, prioritario il problema amianto predisponendo un reale censimento utile a rilevare l’amianto presente sia in forma compatta sia come detriti friabili». Areas chiede inoltre «di intervenire a delimitare con cartelloni le aree con presenza di amianto e di mettere in sicurezza gli immobili danneggiati dal fuoco che presentano manufatti in amianto».

Lilliu spiega: «Segnalare la presenza dei pericoli e mettere in sicurezza gli immobili danneggiati dove c’è l’eternit è previsto dalle leggi. Per evitare che le persone possano respirare le micidiali fibre di amianto, infatti, bisogna fare in modo che si tengano lontane dalle aree inquinate». La nota si conclude con l’auspicio che la denuncia non cada nel vuoto e che da una parte la Regione, attraverso un apposito finanziamento, dall’altra gli enti preposti, avviino la bonifica «Informandoci delle azioni che la Protezione civile ha in corso o sta per avviare per rimuovere il pericolo».

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