La Nuova Sardegna

Oristano

Tre amici e un birrificio, torna la Puddu

di Enrico Carta
Tre amici e un birrificio, torna la Puddu

L’avventura imprenditoriale rilancia lo storico marchio che nel 1962 veniva prodotto nello stabilimento del Foro Boario

28 novembre 2021
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ORISTANO. Un po’ di luppolo, molta tecnica, tanto studio e la voglia di tre amici di vincere una scommessa imprenditoriale in casa propria. Basta mettere questi ingredienti dentro la macchina del tempo ed ecco riapparire direttamente dai mitici anni ’60 uno storico marchio. Nel 1962 la Birra Puddu veniva prodotta nello stabilimento del Foro Boario alle porte di Oristano ed era un prodotto industriale che faceva concorrenza persino a sua maestà l’Ichnusa, l’altra birra allora presente in Sardegna come marchio indipendente; da qualche mese invece la Puddu è un prodotto artigianale che cerca di imporsi nel mercato locale, senza disdegnare le primissime puntate fuori provincia e persino fuori Sardegna.

Dentro le bottiglie, la cui etichetta riporta orgogliosamente l’anno di fondazione del precedente marchio e la torre di Mariano con un tappo sulla sommità, ci sono le idee e gli investimenti di Giuseppe Carrus, 45enne cagliaritano, giornalista enogastronomico, proprietario di due locali nel capoluogo isolano e unico forestiero di questa (per ora) piccola impresa oristanese; di Fabio Porcu, 33enne di Santu Lussurgiu che si porta dietro l’esperienza di quattro anni nelle Distillerie Lussurgesi, e di Mauro Fanari, 38enne di Zeddiani. L’illuminazione l’ha avuta proprio quest’ultimo: alle spalle, oltre alla laurea in Agraria a Sassari, ha una proficua storia da birraio a Perugia sia per l’università che in uno stabilimento che aveva recuperato un vecchio marchio umbro del 1.800 e in Inghilterra a Sheffield. In mezzo ci sono due chiacchiere con uno zio che gli nomina proprio il vecchio birrificio Puddu di Oristano e la strada è segnata.

Ad agosto del 2018 i tre si mettono d’accordo, fondano la società e trovano il locale giusto in via Giovanni XXIII, la strada che collega Oristano con Santa Giusta. «La nostra avventura imprenditoriale non è iniziata benissimo – raccontano ora col sorriso Mauro Fanari e Fabio Porcu –. Il giorno dopo che abbiamo firmato il contratto di affitto nel marzo 2020, è iniziato il lockdown. Si può dire che ci siamo fermati prima ancora di iniziare, ma da settembre 2020 abbiamo ripreso e fatto partire i lavori al birrificio». È lì che a giugno di quest’anno è stata avviata la produzione con le birre pronte il 25 luglio, primi litri di una capacità di 800 ettolitri l’anno e un potenziale sviluppo massimo di 2mila ettolitri. «Da quel momento – proseguono i due soci – abbiamo iniziato la distribuzione su Oristano e su Cagliari, ma siamo già presenti in locali a Roma, Milano e Bergamo. Mese dopo mese, il nostro mercato si sta espandendo e, sin da agosto, abbiamo avuto ottimi riscontri non solo a Oristano. Il risultato ci ripaga dei problemi che abbiamo avuto nel 2020. Non è stato facile, ma questo per noi non è solo un lavoro, lo stabilimento è come se fosse casa nostra. Anche più di casa nostra».

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