La Nuova Sardegna

Oristano

L’autopsia conferma: ucciso a calci e pugni nella notte di lunedì

di Enrico Carta e Maria Antonietta Cossu
L’autopsia conferma: ucciso a calci e pugni nella notte di lunedì

Ghilarza. Le indagini sulla morte di Tonino Porcu I familiari attendono la salma per poter celebrare il funerale

26 febbraio 2022
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GHILARZA. È come sembrava. Tonino Porcu (78 anni) è stato ucciso a mani nude, finito a calci e pugni nella sua camera da letto. Non ci sono bastoni, mazze o persino coltelli – voce che a Ghilarza era circolata il giorno dopo il ritrovamento del corpo nella casa di via Regina Elena –. C’è solo qualcuno – uno o più d’uno? – che è entrato nella camera da letto e l’ha pestato con pugni e calci sino a farlo morire. Poi è andato via portando con sé qualche centinaio di euro, forse duemila, parte dei risparmi che il pensionato teneva in casa. L’ipotesi più accreditata tra gli investigatori è che si sia trattato di una rapina, ma non viene scartata neanche l’ipotesi che il pestaggio possa essere avvenuto per un altro motivo e che, già che c’era, l’assassino si sia poi messo a frugare per portare via i soldi.

Da ieri, la procura ha in mano dettagli importanti per portare avanti l’inchiesta: il medico legale Roberto Demontis ha infatti eseguito l’autopsia e ha confermato proprio che il delitto è avvenuto a mani nude e che l’orario della morte è da collocare nella notte tra lunedì e martedì.

È quel poco che si sa, perché il resto è sotto chiave per non pregiudicare l’esito dell’inchiesta. Intanto i fratelli e i nipoti attendono di riportare a casa Tonino Porcu e di salutarlo un’ultima volta prima del commiato. Se le autorità non dovessero disporre la restituzione della salma entro oggi, la veglia funebre e le esequie saranno probabilmente rimandate a domani o a lunedì, compatibilmente con il rilascio del nullaosta. La morte violenta del pensionato ha destato scalpore e commozione in paese, dove Tonino Porcu era molto conosciuto. Nelle ore successive all’omicidio tanti cittadini hanno lasciato sulle bacheche dei profili social numerosi messaggi di cordoglio, in alcuni casi accompagnati da parole di condanna verso l’autore o gli autori del crimine. Ma placati gli animi, rimane quel senso di inquietudine suscitato dal disprezzo della vita umana dimostrato da chi si è accanito contro una persona inerme fino a sopprimerla, e dal non sapere se egli provenga da lontano oppure no.

«Questa vicenda ha creato un forte trauma alla gente di Ghilarza, che in anni recenti ha vissuto il dramma dell’assassinio di Manuel Careddu», ha detto il parroco padre Paolo Contini parlando di una comunità fortemente provata. «Alla tristezza e al turbamento – ha sottolineato il sacerdote –, si aggiunge il timore che questa vicenda possa portare altro dolore. Il dubbio su chi possa essersi macchiato del delitto arreca un’ulteriore sofferenza. Inqueste situazioni ci si augura che ad agire sia uno sconosciuto arrivato da chissà dove, perché sarebbe preoccupante se una comunità non rispettasse prima di tutto se stessa».

Sono risposte che, per ora, non ci sono. Gli inquirenti lavorano, coordinati dal sostituto procuratore Marco De Crescenzo. Sanno che chi si è mosso in quel contesto conosceva bene i luoghi e sapeva come muoversi per fuggire come se fosse un’ombra. Ma anche un’ombra non è invisibile e potrebbe aver lasciato dietro di sè delle tracce per associare a essa un volto.

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