La Nuova Sardegna

Oristano

Sartiglia, una gioia a metà «Si poteva fare di più»

Sartiglia, una gioia a metà «Si poteva fare di più»

I componidori Francesco Loi e Livio Urru: «È stato bellissimo essere capocorsa ma si poteva programmare in maniera prudente la corsa alla stella»

03 marzo 2022
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ORISTANO. Soddisfatti, ma con un pizzico di amarezza. I due componidori della Sartiglia che ha regalato appena un assaggio della vera giostra, mettono sul piatto della bilancia gioie e dolori. Vincono di gran lunga le prime per entrambi, eppure l’aver assaporato quanto è bello essere il capocorsa non può certo aver saziato l’appetito di Francesco Loi e Livio Urru. Il primo dei due, componidori per il gremio dei contadini è più netto: «Si poteva fare di più. Alla luce di quello a cui abbiamo assistito in città, il vero problema non era la Sartiglia». Il riferimento è soprattutto al gigantesco assembramento dei giovani – senza alcun tipo di dispositivo di protezione sanitaria – nel piazzale del tribunale. «È stata la dimostrazione che il vero problema non poteva essere la giostra – prosegue Francesco Loi –. La corsa alla stella si poteva svolgere, non una corsa alla stella solo per la pariglia del componidori, perché quella non l’avrei voluta neanche io. Mi dispiace che si sia arrivati a stabilire le modalità a ridosso della manifestazione e senza un piano alternativo a quello che poi è stato approvato».

Eppure il piatto della bilancia pende dalla parte delle belle emozioni: «Ho visto attorno a me una città in festa, che ci ringraziava e ho vissuto col gremio di San Giovanni e col suo presidente Michele Pinna un periodo splendido, molto intimo, ma indimenticabile. Non ho rammarico per quello che non ho potuto fare, sono felice per quello che siamo riusciti a fare. Spero che il prossimo componidori possa guidare una vera Sartiglia».

È più stringato, ma non si discosta di molto il commento di Livio Urru, capocorsa del gremio dei falegnami: «La prima cosa che mi sento di fare è un ringraziamento al presidente di San Giuseppe, Antonello Addari, e poi a tutti i cavalieri che mi hanno fatto sentire davvero importante. Sono felice perché il sogno si è avverato, anche se è durato poco ed è stato comunque un sogno più piccolo di quello che hanno vissuto altri. Purtroppo abbiamo dovuto fare i conti con le limitazioni. Resta il rammarico di essere stati protagonisti in un momento del genere, ma preferisco privilegiare quello che di bello mi ha dato questa esperienza».

Si volta pagina e si pensa già al prossimo anno. Alle spalle, oltre ai brevi momenti della giostra, resta invece l’eco di qualche polemica: la prima è legata proprio alla gestione degli spazi dei ragazzi e al loro comportamento spesso al di sopra delle righe e dell’urbanità – bidoni della spazzatura rovesciati per strada, qualche atto di vandalismo –; la seconda al mancato divieto di sosta in via Mazzini, dove quasi tutte le macchine parcheggiate sono state ammaccate dagli zoccoli dei cavalli. (e.carta / ele.c.)

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