La Nuova Sardegna

Oristano

Lo scontro

L’Autorità del mare di Sardegna dimentica il porto di Oristano-Santa Giusta: neanche un euro su 650 milioni

di Michela Cuccu

	Una delle banchine del porto industriale di Oristano-Santa Giusta
Una delle banchine del porto industriale di Oristano-Santa Giusta

Esplode lo scontro con il Consorzio Industriale per la mancata concessione di finanziamenti del piano triennale di interventi. Parere negativo sul trasferimento da Golfo Aranci dello scalo ferroviario

19 gennaio 2024
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Oristano L’Autorità di Sistema portuale del mare di Sardegna ha escluso il porto industriale dal piano triennale delle opere pubbliche, ma, contemporaneamente, ipotizza di trasferire proprio sulle banchine di Oristano-Santa Giusta lo scalo ferroviario ora ospitato a Golfo Aranci. Due scelte distinte, in realtà, che hanno già provocato la dura reazione della politica locale e dello stesso Consorzio Industriale che minaccia di far saltare tutto, negando il raccordo ferroviario come punto di connessione della rete ferroviaria della Sardegna con quella nazionale.

Le due decisioni, sembrano destinate a segnare il prossimo futuro dello scalo industriale e stanno agitando politica e mondo imprenditoriale dell’Oristanese che sullo sviluppo del porto di Oristano-Santa Giusta, invece, hanno grandi prospettive. Meglio andare per gradi. Nel prossimo triennio l’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna prevede di investire 650 milioni in opere pubbliche su tutti i porti isolani, fatta eccezione per Oristano, per il quale non è stato stanziato un solo centesimo. A darne notizia è stato il consigliere regionale Emanuele Cera: «Mi sembra evidente che ci sia un disegno per lasciare indietro il porto di Oristano-Santa Giusta rispetto ad altri scali», afferma Cera che rivela: «Nella visione strategica dell’Autorità di Sistema Portuale, si prevede una fase operativa di grande infrastrutturazione, con investimenti innovativi e la spesa dei fondi del Pnnr per migliorare i servizi nei porti di Cagliari, Olbia, Porto Torres, Arbatax. Perfino a Santa Teresa di Gallura e Portovesme sono previste migliorie, mentre a Oristano arriveranno zero euro – dichiara –. Si parla genericamente del porto come sbocco a mare delle strade ferrate, ma nulla viene stanziato per incrementare gli attuali servizi. Manco un euro per la manutenzione delle banchine e dell’illuminazione, per esempio, che invece necessitano di lavori urgenti».

Il consigliere regionale di Forza Italia mette molta carne sul fuoco: «Sul mercato crocieristico, nel 2024, si prevedono appena due scali a Oristano: gli stessi dell’anno scorso, a fronte di un incremento generale, che porterà più navi in tutti gli altri porti. È un ulteriore indizio sulla visione che l’Autorità di sistema portuale ha sullo scalo oristanese, ovvero quella di un depauperamento continuo. Viene il sospetto che si voglia sfruttare esclusivamente il raccordo ferroviario, togliendo ulteriori spazi di banchina alle rinfuse». E denuncia: «Nel piano triennale operativo c’è uno sbilanciamento esagerato verso lo sviluppo della portualità nel capoluogo sardo».

L’Autorità di sistema però dovrà fare il conti con il Consorzio industriale che potrebbe negare il raccordo ferroviario come punto di connessione della rete ferroviaria della Sardegna con quella nazionale. Il consiglio di amministrazione, infatti, ha espresso perplessità sul trasloco del punto di connessione da Golfo Aranci allo scalo oristanese. Dice il presidente Gianluigi Carta: «L’operazione potrebbe limitare gli spazi in alcune banchine del porto industriale, che rischierebbe di vedere ridotto il traffico commerciale, senza alcun vantaggio dal trasloco». In una nota, il Consorzio, afferma: «Questa ipotesi era stata ritenuta nell’immediato interessante dall’Ente per le prospettive di utilizzo e sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria consortile, alla luce della considerazione che sembrava tale da non richiedere particolari adattamenti né determinare condizionamenti o interferenze con le infrastrutture esistenti e i traffici portuali attuali e potenziali, da successivi approfondimenti sembrerebbe che l’imbarco e lo sbarco del materiale rotabile sulle apposite navi richieda la realizzazione di speciali strutture di attracco che andrebbero a ridurre notevolmente e permanentemente gli spazi disponibili nelle banchine di Riva est e di sottoflutto. E la notevole limitazione degli spazi operativi del porto – si legge ancora – andrebbe sicuramente a compromettere il mantenimento e le potenzialità di sviluppo dei traffici commerciali nello scalo e le sue caratteristiche di multifunzionalità a fronte di un guadagno di traffico navale ferroviario che, al momento, appare risibile».

Il presidente Carta spiega come il porto di Oristano-Santa Giusta sia in crescita. Sulle sue banchine, le merci in transito superano i due milioni di tonnellate annue. «Gli investimenti in questi anni sono stati esclusivamente privati. Di pubblico abbiamo visto ben poco – dice ancora – tanto è vero che siamo l’unico scalo privo di rete di illuminazione, il che ci impedisce di operare di notte». Perplessità sono state espresse anche dai sindaci di Oristano e Santa Giusta. «Il porto ha necessità di interventi immediati di manutenzione ad esempio delle banchine – ha detto il primo cittadino di Santa Giusta, Andrea Casu – invece, negano i finanziamenti e li destinano altrove».

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