La Nuova Sardegna

Oristano

La giostra

Dall’antico anello alla stella, così è cambiata la Sartiglia di Oristano

di Enrico Carta

	Il gioco degli anelli in un quadro del XVII secolo (foto Fondazione Oristano)
Il gioco degli anelli in un quadro del XVII secolo (foto Fondazione Oristano)

La sostituzione del bersaglio che i cavalieri dovevano infilzare avvenne nel 1702 durante il breve regno degli Asburgo d’Austria sulla Sardegna

10 febbraio 2024
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Oristano Non è stato sempre come oggi. Anche le tradizioni, impercettibilmente e talvolta senza che nemmeno ci si badi, mutano. A volte si adeguano agli accadimenti storici e al sentire della società. Per diversi secoli, la Sartiglia era una corsa all’anello. Poi arrivò il momento della stella che ancora oggi è l’ambito trofeo dei cavalieri lanciati. È lo storico Maurizio Casu a condurci nei meandri di questo aspetto della giostra equestre. È una storia che tocca altri aspetti legati alla società dell’epoca. «La prima attestazione del coinvolgimento diretto dei gremi nelle feste di Oristano è del 1702 – ricorda Maurizio Casu –. Fu in occasione dei festeggiamenti in onore del matrimonio del nuovo sovrano spagnolo Filippo V di Spagna. Secondo un cerimoniale che sarà rispettato in tutte le celebrazioni dei festeggiamenti documentati nelle cronache del XVIII secolo, con un protocollo che ripropone le fasi del suo svolgimento e il rispetto dei ruoli delle diverse autorità che partecipano alle cerimonie, nella giornata stabilita, dopo le commemorazioni religiose del mattino, per diversi giorni, prendono parte con le loro specifiche manifestazioni equestri nel 1702, le corporazioni dei falegnami, dei figoli e dei calzolai con una mascherata. Nel 1716, durante la breve parentesi di governo del Regno di Sardegna sotto gli Asburgo d’Austria, per celebrare la nascita dell’arciduca d’Austria, sfortunato figlio dell’imperatore Carlo VI che morì dopo sette mesi, a Cagliari si tennero solenni festeggiamenti che durarono numerose settimane. I gremi si esibirono in varie gare di scherma, nella corsa all’anello, in quella al gallo o al gatto, che consistevano nello staccare la testa all’animale appeso a una corda, con un solo colpo di spada, mentre si era in sella al cavallo al galoppo».

Anche Oristano, in questo momento storico in cui il Regno di Sardegna è per breve tempo sotto l’autorità austriaca, rese solenne l’evento. Tre giorni di festa celebrarono la nascita del figlio dell’imperatore. «Come testimonia un prezioso documento dell’Archivio Storico Comunale, rinvenuto dallo studioso Andrea Sanna, solenni cerimonie religiose fecero da preludio a diversi momenti di festa che culminarono con lo svolgimento di una corsa alla stella. È la prima volta che si registra questo nuovo bersaglio in una giostra equestre nella città di Eleonora d’Arborea e a guidare la corsa è il nobile Don Sisinnio Paderi, autorità civica, nel ruolo di mantenedor», spiega Maurizio Casu.

Alla giornata non mancano i gremi, in particolare è citata la presenza della maestranza dei contadini, pur non essendo espressamente riferita nel documento l’attività di intrattenimento da loro proposta. «È la più antica attestazione di questo nuovo bersaglio che sostituisce l’anello, documentato sin dal 1547 – prosegue lo storico –. La prova di abilità dei cavalieri consisteva nel tentativo, a gran galoppo sui cavalli, di infilare con una lancia il bersaglio appeso nel centro della strada indicata per le corse. Ancora una volta lo svolgimento della corsa è documentato nella Piazza di Città, parte dell’attuale piazza Eleonora, e a svolgere il ruolo di mantenedor è Don Sisinnio Paderi, esponente di una delle più importanti famiglie della Oristano del XVII e XVIII secolo».

La sortilla, l’ormai storica corsa all’anello, lascia per sempre il posto a una nuova forma di spettacolo equestre: il mantenitore e i suoi sfidanti si cimentavano nella corsa a la estrella. «Nei documenti non ci sono espliciti riferimenti circa le motivazioni della sostituzione dell’antico bersaglio con la stella, né si conoscono ulteriori attestazioni storiche di antiche giostre alla stella nei documenti riferibili a giochi equestri di altre città della Sardegna e del resto dell’Italia e dell’Europa – rileva lo storico –. Non conosciamo la spiegazione di tale cambiamento, ma sottolineiamo che, rispetto alle giostre del passato, quella del 1716 era dedicata alle celebrazioni e a propiziare la fortuna di un principe di una nuova casa nobiliare, quella degli Asburgo d’Austria che, in questo preciso e breve lasso di tempo, a seguito degli accordi dopo la Guerra di Successione spagnola, cinge la corona del Regno di Sardegna. Si potrebbe supporre che, in questa delicata fase del Regno di Sardegna sotto l’autorità imperiale, collegata alle vicissitudini politiche e istituzionali derivanti dalla Guerra di Successione spagnola, i festeggiamenti in onore del principe d’Asburgo d’Austria, pur seguendo un protocollo consolidato in merito all’organizzazione delle solenni celebrazioni e pur nella continuità, abbiano voluto segnare un elemento di novità con la sostituzione dell’anello con la stella, un tocco di originalità che esprimesse un cambiamento, così come era mutata la nuova dinastia regnante sull’Isola».

Come si osserverà successivamente, a partire dall’edizione dei festeggiamenti del 1722, e per tutte le successive giornate di festa documentate, la corsa alla stella sarà la peculiare forma di divertimento equestre messa in scena dai componenti del Gremio dei Contadini. Nelle cronache delle feste successive al 1716, già da quella del 1722, organizzate in onore della famiglia reale dei Savoia, sul trono del Regno di Sardegna definitivamente dal 1720 a seguito del trattato de L’Aja, i divertimenti a piedi e a cavallo vedranno protagonisti i gremi cittadini. Ognuno, nelle diverse edizioni, partecipa eseguendo sempre la tipica e propria forma di divertimento e, in particolare, si registra la corsa alla stella eseguita dal Gremio dei Contadini, la corsa con le lance dal Gremio dei Falegnami e la corsa con le alcançias, i caroselli di terracotta, dal Gremio dei Figoli.

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