Alla Prefettura la Reggia degli Arborea a Oristano, la minoranza: «Perché il sindaco ha rinunciato alla prelazione?»
Presentata un’interpellanza con prima firmataria Carla Della Volpe che evidenzia che il palazzo rientra tra i beni su cui il Comune ha la priorità per l’acquisizione. Evidenziata poi una serie di problemi legati alla vivibilità del centro storico, al traffico e all’urbanistica in genere
Oristano Un giorno per verificare la notizia e per risvegliarsi dallo choc, poi arriva immediatamente la prima reazione della minoranza di centro sinistra all’annuncio di trasferire gli uffici della Prefettura nell’ex reggia giudicale degli Arborea. Se il sindaco Massimiliano Sanna aveva incassato il colpo cercando di evitare lo scontro istituzionale con l’Agenzia del Demanio e con la Prefettura stessa e facendo buon viso a un gioco che non può piacergli, il centro sinistra non si arrende alla manovra fra istituzioni che inchioda proprio il primo cittadino alle sue responsabilità. L’interpellanza che ha come prima firmataria la consigliera Carla Della Volpe (Oristano Più), cui seguono le firme di tutti gli altri consiglieri di centro sinistra – Francesca Marchi, Massimiliano Daga, Francesco Federico, Maria Obinu, Giuseppe Obinu e Umberto Marcoli – ha tre grandi domande che si possono riassumere così: perché il sindaco ha rinunciato alla prelazione che il Comune aveva sul bene? Perché nessuna discussione pubblica in consiglio comunale o che coinvolgesse la cittadinanza è stata affrontata sull’argomento del passaggio di proprietà dell’immobile? Perché si priva la città di un bene di valore dal punto di vista architettonico, ma più ancora da quello dell’identità storica e culturale oristanese?
Massimiliano Sanna dovrà rispondere a queste tre domande che arrivano a conclusione di un testo molto più completo, in cui tra l’altro viene ricordato un passaggio che, in questi primi due giorni, ai più era sfuggito. In tanti ricordavano infatti che la giunta Tendas, dopo la votazione di un ordine del giorno in consiglio comunale nel 2016 presentato dal consigliere Marco Piras, aveva iniziato un serrato confronto con l’Agenzia del Demanio per avere tra i beni di sua proprietà il palazzo in cui dimorarono i giudici di Arborea, attraverso una permuta con un altro edificio di proprietà dell’amministrazione comunale. Più recentemente poi, esattamente nell’ottobre 2020, l’amministrazione Lutzu, quella stessa in cui Massimiliano Sanna era vice sindaco e assessore alla Cultura, aveva richiesto il trasferimento del bene al Comune. Quasi nessuno però era andato indietro con la memoria sino ai tempi dell’amministrazione Barberio, quando una mozione presentata dal consigliere di centro sinistra Claudio Atzori, fu approvata anche allora all’unanimità e mise le basi perché poi il Comune si facesse avanti ponendo il diritto di prelazione sulla vecchia reggia poi trasformata in carcere sia sotto il dominio spagnolo che sotto i Savoia.
Era il periodo in cui lo Stato stava dismettendo una serie di beni di sua proprietà che anche i privati avrebbero potuto acquistare. C’era però la clausola che un ente pubblico potesse apporre su quel determinato bene la propria prelazione e acquisire al proprio patrimonio il bene a un prezzo simbolico. Il sindaco Barberio, spinto proprio dal consiglio comunale, fece quel passo. Le questioni allora sono due o Massimiliano Sanna ha rinunciato al diritto di prelazione senza comunicarlo alla città oppure quel diritto di prelazione è ancora valido e il Comune lo può esercitare.
Bisogna capire che intenzioni avrà l’amministrazione visto che ieri il primo cittadino ha giocato a fare l’equilibrista dicendo che avrebbe voluto l’edificio interamente per il Comune, ma che comunque era soddisfatto per questa soluzione perché questa operazione consente di recuperare l’edificio che oggi è abbandonato.
L’interpellanza pone poi un altro problema che sinora è passato in secondo piano perché l’attenzione di tutti era focalizzata sulla questione della proprietà della reggia. C’è la questione urbanistica cui si legano altri aspetti critici che andrebbero a investire tutta la città. Anche tralasciando la difficoltà di trasformare un palazzo del genere in una sede in cui abbiano dimora uffici ultramoderni e funzionali, cosa da non sottovalutare, rimangono una serie di ostacoli da affrontare e su cui ragionarci su prima che il pasticcio sia compiuto. Carla Della Volpe e gli altri firmatari dell’interpellanza «l’area mal si presta alla ubicazione di uffici pubblici, considerato che tra stalli vincolati di diritto della Prefettura, misure di sicurezza e parcheggi per gli utenti, si creeranno problemi alla viabilità e mancanza di parcheggi». Serve un piano più generale che coinvolga tutto il centro storico o anche l’intera città. Serve prima che la macchina si metta in moto.