Archeologia forza traino per l’isola, un nuovo centro studi per i giganti di Mont ‘e Prama
A Solanas un polo per il restauro dei reperti, la didattica e i laboratori
Cabras La frazione di Solanas sarà coinvolta nel processo di gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico del Sinis. La fondazione Mont’e Prama, infatti, realizzerà nella frazione di Cabras, in corso Vespucci, il suo nuovo centro, che fungerà da polo di ricerca e di conservazione. La struttura risolverà definitivamente l’annoso problema della carenza di spazi da impiegare per tutto ciò che fa seguito al ritrovamento dei reperti, ovvero il restauro, i laboratori e le attività didattiche. «Oggi la Soprintendenza non ha in provincia, in particolare a Cabras, strutture da adibire a deposito – spiega il presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni –. Questa nuova struttura, che sarà realizzata insieme all’organo territoriale del Mic, sarà un riferimento per l’intera provincia».
Il progetto, dal costo di 4 milioni di euro, è finanziato dalla Regione ed è stato sviluppato in stretto accordo anche con il Comune di Cabras. «Naturalmente nascendo nel 2025, il centro sarà una struttura moderna e avrà una serie di laboratori di studio tecnologicamente avanzati e progettati insieme a loro – sottolinea Muroni –. Attraverso la Soprintendenza, dunque, c’è il coinvolgimento primario del ministero della Cultura anche nella fase di progettazione. Col Comune siamo totalmente d’accordo: il progetto e l’acquisto del terreno nascono da un confronto con l’amministrazione locale. La Regione a sua volta ci ha creduto e l’ha finanziato. Il centro è perciò un bell’esempio di sinergia fra i tre enti che hanno costituito la Fondazione».
«Abbiamo già acquistato il terreno, che ha una superficie di due ettari e si trova esattamente di fronte alla farmacia di Solanas – prosegue –. La struttura si comporrà di tre padiglioni da mille metri quadrati ciascuno, e ospiterà diversi ambienti, che saranno adibiti a svariate funzioni». Ci saranno depositi per i reperti archeologici, laboratori tecnologici per il restauro e lo studio dei ritrovamenti, spazi didattici per scuole e ricercatori e foresteria per studiosi e tecnici della Soprintendenza. «Sopra al primo padiglione – afferma ancora il presidente della Fondazione – sorgeranno delle aule didattiche e una foresteria per il personale che dovrà lavorare. Naturalmente la apriremo alle università, agli istituti di ricerca e a tutti quelli che vorranno collaborare con progetti scientifici alle attività di ricerca».
Le ricadute sul territorio saranno importanti: «La struttura favorirà l’arrivo di studiosi a Cabras, ma non solo. Darà prestigio a Solanas, che avrà un’opportunità incredibile, dato che ospiterà un progetto di rilievo nazionale, e avrà risvolti lavorativi significativi. Oltre alle persone che verranno saltuariamente, ci saranno infatti le persone impiegate nella quotidianità nella gestione della struttura. Dalla guardiania alle manutenzioni, dal personale specializzato ai curatori, il centro ospiterà a regime almeno una decina di persone, che sono posti di lavoro che nascono. Con il Comune siamo perfettamente d’accordo sul fatto che Solanas merita di entrare in questo circuito e avere questa grossa opportunità che aiuterà a portare sviluppo». Per quanto riguarda le tempistiche, «il Comune dovrà approvare il progetto definito – conclude Muroni –, poi si tratta di ottenere le autorizzazioni e affidare l’appalto. Vogliamo aprire il primo cantiere già nel 2025, per completare il primo edificio entro il 2026».