Città Futura serra i ranghi: l’anno prossimo liste alle elezioni comunali
Il movimento si prepara all’appuntamento col voto in diversi paesi. Il presidente: «Rappresenteremo chi oggi si sente escluso»
Ghilarza Città futura è pronta a misurarsi concretamente con i problemi del territorio e le nuove sfide legate a un progetto di rilancio scendendo nell’agone politico. Il comitato intercomunale nato per riaffermare l’importanza della partecipazione democratica tra le comunità del Guilcier candiderà liste proprie alle prossime consultazioni amministrative. La sfida Il primo banco di prova sarà la tornata elettorale prevista nel 2026 in quasi la metà dei Comuni della zona e il tempo che rimane sarà utilizzato per elaborare gli input ricevuti dalle comunità residenti e le istanze che perverranno in futuro e declinarli in un vero e proprio manifesto programmatico. Il consiglio direttivo del neo nato organismo politico ha annunciato la sua discesa in campo durante l’incontro tenutosi per discutere del futuro di questi paesi partendo dalle esperienze passate e dalla situazione attuale al fine di avviare la costruzione di modelli amministrativi che mettano al centro le persone, i loro diritti e bisogni. Aspetti che, secondo Città futura, le istituzioni locali del territorio di riferimento e la politica a tutti i livelli stanno trascurando ormai da diverso tempo e con continuità.
Il dibattito «I cittadini presenti al dibattito hanno confermato quanto sosteniamo: si sentono abbandonati da chi invece dovrebbe rappresentare gli interessi della collettività – ha evidenziato il presidente Alberto Marceddu –. Lo riscontrano sul piano sociale per via di un disagio e un malessere che hanno raggiunto livelli allarmanti, lo subiscono attraverso la carenza del sistema sanitario e degli altri servizi essenziali, ne sentono il peso quando una burocrazia troppo complessa e una tecnologia non sempre alla portata di una società con un alto indice di vecchiaia rallentano o complicano l’accesso alle prestazioni e alle attività dalla pubblica amministrazione». E prosegue: «Le persone si sentono abbandonate, non supportate e l’ assenza della quasi totalità degli amministratori comunali all’incontro, a fronte di una cinquantina di persone provenienti da Ghilarza, Abbasanta, Norbello e da svariati paesi del circondario, è la riprova che non sono i cittadini a marcare le distanze dalle istituzioni o a disinteressati ai problemi della vita comunitaria, ma è la politica a disinteressarsi della partecipazione dei cittadini».
Gli obbiettivi L’analisi di Alberto Marceddu è impietosa: «Tra chi amministra e chi fa politica manca la predisposizione all’ascolto e al confronto – ha accusato –. Per questo il comitato si propone di fare da collante tra la società civile, le imprese e le amministrazioni pubbliche. Partendo da un presupposto: fare politica non è facoltativo ma necessario. Vogliamo fare esercizio di democrazia e chiunque abbia voglia di unirsi a noi indipendentemente dall’appartenenza politica, chiunque voglia di mettersi in gioco e contribuire fattivamente a costruire una società migliore è ben accetto». Il progetto che ha in mente Città futura si fonda sull’esperienza consociativa dell’Intercomune maturata negli anni Novanta dietro la spinta, tra gli altri, dell’ex sindaco di Norbello Raffaele Manca, e ricordata in pubblico dagli altri protagonisti di quell’epopea: Nando Pinna, Tomaso Sanna e Silvio Manca.
I cittadini «Rispondendo alle domande di alcuni cittadini ho chiarito che il modello amministrativo a cui ci ispiriamo non è la fusione degli enti locali, bensì l’unione di identità distinte ma raccordate tra loro, che tendano a obiettivi comuni interagendo, dialogando e collaborando reciprocamente», ha dichiarato Marceddu rifacendosi al sistema consortile adottato in passato da Abbasanta, Ghilarza e Norbello per la pianificazione e la gestione del Pip, per il sistema interbibliotecario, la rete delle scuole dell’infanzia e dell’obbligo e dei servizi di altra natura. Nei prossimi mesi l’impegno del comitato sarà teso a far convergere su un’unità d’intenti una platea più ampia possibile. «Faremo più liste nei vari Comuni perché ognuno di essi si senta parte integrante di un progetto e di una visione più ampia che presuppongono il raggiungimento di interessi collettivi».
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