Un cantiere per le pale eoliche su 225 ettari di zona industriale
Pubblicato l’avviso per la concessione dell’area portuale a Oristano
Oristano Va avanti, nonostante le polemiche, il progetto per la realizzazione del centro di fabbricazione e assemblaggio di pale eoliche galleggianti nel porto industriale di Oristano-Santa Giusta. Nei giorni scorsi, sul sito dell’Autorità portuale del mare di Sardegna, l’avviso per la concessione dell’area. C’è tempo sino al 18 maggio per la presentazione di eventuali istanze e opposizioni. In questo modo l’Area industriale di Oristano potrebbe, secondo i progetti, diventare il polo strategico e di riferimento dell’eolico “flottante” per tutto il bacino del Mediterraneo. Con un investimento iniziale di 380 milioni di euro, settanta ettari della zona industriale (fino a 225 ettari al 2030) saranno riqualificati e trasformati nel più grande cantiere italiano dove si fabbricheranno, da zero, le gigantesche turbine destinate al mercato della green economy che sfrutta la potenza del vento direttamente sul mare.
Le assunzioni previste sono 500 con un indotto di altre 500 unità. In poche parole: la città di Eleonora diventerebbe leader europeo nella filiera tecnologica dell’eolico offshore galleggiante. Intanto, è previsto un investimento di altri 70 milioni per il settore di ricerca e sviluppo, col varo della prima pala eolica offshore programmato per la fine del 2027. È il progetto “Oristano construction & assembly port” presentato la scorsa estate al Consorzio industriale provinciale da Seawind Italia Srl, società di scopo (con sede legale a Portoscuso) completamente incorporata in Seawind Ocean Technology BV, società di diritto olandese. Concepito per superare gli elevati costi del mercato dei parchi eolici offshore, garantirebbe operazioni a basso impatto ambientale quando si opera offshore e onshore.
Ai primi dello scorso luglio, durante la presentazione ufficiale del progetto, il direttore del consorzio industriale provinciale oristanese, Marcello Siddu, parlò di un’importante occasione per il territorio: «Questo impianto garantirebbe centinaia di posti di lavoro, grazie anche all’indotto legato in gran parte al settore delle costruzioni». L’iniziativa non rientra nel piano “Porti eolici” previsto dal decreto Energia 181/2023, che individua altri scali prioritari. Proprio per questo, la candidatura di Oristano si presenta come una possibile nuova realtà nella filiera nazionale dell’eolico galleggiante. Il progetto di Seawind, che in questa operazione ha come partner Buzzi Group (calcestruzzo) e Manini Prefabbricati Spa, punta alla produzione di strutture di supporto flottanti, in calcestruzzo o in acciaio, per poi passare all’assemblaggio di turbine da 15-18 megawatt. Fino al varo delle unità assemblate in mare per il trasporto al parco eolico. Una sola catena di montaggio in un unico luogo: il porto industriale di Oristano, che sarebbe primo in Italia. Il progetto ha avuto l’assenso di Provincia, Camera di Commercio Cagliari-Oristano, Comune di Santa Giusta e Oristano, affronta il problema delle infrastrutture portuali inadeguate e coprirà tutto il Mediterraneo per fornire il numero di giga watt annunciato nel mercato eolico offshore entro il 2050. In Sardegna si produrranno turbine eoliche, torri in acciaio, fondazioni in calcestruzzo. I servizi: dall’assemblaggio al sollevamento, fino al varo e il traino. A regime, sarà in grado di costruire, assemblare e lanciare 50 unità con turbine eoliche da 15 – 18 mega watt all’anno.