Spunta una cordata di imprenditori per rilevare la Tharros, il patron Mura chiede garanzie
La società biancorossa sta per compiere 120 anni, ma il pensiero è rivolto al futuro. La trattativa è appena cominciata
Oristano Assemblea pubblica con sorpresa per tutti i tifosi della Tharros, quella che si è svolta venerdì sera, 23 maggio, nella sala cittadina della Mutuo Soccorso in via Solferino. In apertura la dirigenza e l’attuale proprietario, il patron Tonio Mura, davanti a una quarantina di persone, hanno ribadito la richiesta di sostegno da parte di eventuali nuovi partner economici o di risorse umane disposte a impegnarsi concretamente all'interno della società. Subito però si è fatta avanti un’altra possibilità: quella del passaggio di proprietà. A prendere la parola, infatti, sono stati tre rappresentanti di una cordata che non si è ancora palesata con tutti i suoi componenti, disposta a rilevare la storica società oristanese. Ne fanno parte Sandro Pira, portavoce di Michele (il cognome non è stato divulgato, ndr), imprenditore tedesco con origini e sangue sardi, e loro Giacomo Musu, ex dirigente biancorosso, che farebbe parte a sua volta del gruppo. «Abbiamo pronto un progetto per la Tharros – ha detto Pira, a nome del misterioso Michele –, ma l’intenzione è quella di rilevare la società con uno staff dirigenziale e dell’area sportiva diverso da questo. Abbiamo avuto dei colloqui telefonici preliminari a quest’assemblea e abbiamo capito però che il patron Mura, che tanto ha fatto per la società in questi anni, vuole continuare a prendere lui le decisioni».
La replica dell’attuale dirigenza non si è fatta attendere: «Non abbiamo capito chi componga la cordata e prima di cedere la società, dopo i tanti sacrifici fatti, vorremmo sapere di più su questo progetto. Servono fatti e chiarezza. L’attuale proprietà non vuole sapere quali siano le azioni che metterebbero in campo gli eventuali acquirenti per trovare sponsor, giocatori, allenatori o per apportare modifiche all’impianto comunale, vogliamo però conoscere se in questa cordata ci siano persone che possono continuare il lavoro già avviato, se hanno un’idea della squadra da fare, se hanno un’idea delle spese che affronteranno. In caso contrario continuiamo noi». Tonio Mura, che presto, vista la scadenza agostana del Daspo, potrebbe tornare a seguire da vicino la squadra durante le gare, è stato chiaro: «Non si sta cedendo una società che fa chiodi, ma una società-azienda che è storia, passione e cultura, almeno per Oristano e il calcio sardo. Per questo servono delle garanzie».
È seguito un ampio dibattito, che ha coinvolto tifosi e anche l’ex commissario straordinario del club, Bruno Corona, autore di un intervento molto apprezzato. Se l’attuale proprietà ha chiesto garanzie ai rappresentanti della cordata, da parte di quest’ultima è stato espresso un certo disagio di fronte alla questione decisionale, ritenuta determinante. All’incontro era presente anche l’assessore comunale allo Sport, Antonio Franceschi, che ha invitato le parti, per il bene della società che il 19 giugno compirà 120 anni, ad avviare un confronto diretto per trovare un’intesa. Non è chiaro, e lo si capirà nelle prossime settimane, se e quando una rappresentanza della cordata farà il suo ingresso in un consiglio di amministrazione allargato o se ci sono i margini per un passaggio di proprietà.
Dal canto suo il patron Tonio Mura, dopo la salvezza della squadra femminile in Serie C e la vittoria del campionato regionale da parte dell’Under 18 maschile, sembra avere le idee chiare su ciò che intende fare per la prossima stagione: «Se resterà l’attuale società e avremo sufficienti risorse umane, le squadre diventeranno cinque. Ci sarà la prima squadra, che sarà affidata ai tecnici Bruno Frongia e Gianluca Pinna, sarà formata da giovani del territorio e farà la Promozione. Ci saranno poi l’Under 18 e la C femminile, infine l’Under 19 e l’Under 17». Prima però andrà sciolto il nodo societario: la nuova cordata formulerà una proposta concreta?