La Nuova Sardegna

Oristano

Il caso

Antiquarium di Oristano, è rebus sulla riapertura del museo archeologico

di Caterina Cossu

	Il museo archeologico Antiquarium di Oristano
Il museo archeologico Antiquarium di Oristano

La direttrice Carla Del Vais: «Ci vorrà ancora del tempo»

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Oristano Potrebbe esserci anche qualche nuovo pezzo in esposizione, nessuno conferma. L’unica cosa certa per ora è che l’Antiquarium Arborense sarà un museo inclusivo e moderno, l’annuncio della sua riapertura arriverà come un fulmine a ciel sereno. Ci va cauta la direttrice Carla Del Vais, che sottolinea come «ci vorrà ancora tempo», mentre sembra più ottimista l’assessore comunale alla Cultura, Luigi Mureddu, che si sbilancia in un «a brevissimo ci saranno delle novità». Cautela e prudenza sembrano d’obbligo: «Stiamo lavorando alacremente per restituire il museo alla città, le novità sostanziali riguardano proprio il riallestimento, poiché i fondi del Pnrr impiegati sono legati alla rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali – spiega la direttrice, archeologa e docente universitaria, Carla Del Vais –. Tutto il piano terra è stato ripensato con un percorso territoriale e cronologico che potrà essere fruito da tutti».

Un’anteprima è stata concessa in commissione Cultura ma per le novità sostanziali bisognerà aspettare la riapertura, soprattutto per quanto riguarda i reperti in esposizione, ovvero la possibilità che la collezione sia in qualche modo ampliata. «Una data non ce l’abbiamo – ribadisce l’assessore alla Cultura, Luigi Mureddu –. O meglio, mettendoci una buona dose di scaramanzia è meglio non indicare nemmeno un periodo. A volte basta un granellino per inceppare il tutto». L’estate intanto va, agosto è dietro l’angolo e il pensiero va inevitabilmente al calendario del prossimo settembre oristanese. Intanto, sembra che il rallentamento dovuto alla mancanza di un progetto scientifico sia stato mitigato: la Soprintendenza aveva inviato indicazioni a maggio 2024 e la precedente gestione aveva provveduto con un lavoro certosino a catalogare i reperti esistenti, rimuoverli dalle teche e riporli al sicuro tramite l’ausilio di ditte specializzate.

Il cambio in corsa al vertice ha interrotto il flusso e non ha affatto giovato sulle tempistiche, con concorso indetto ad agosto 2024 e che si è poi trascinato fino ai primi mesi del 2025 in occasione del ricorso che ha riassegnato la direzione, risolta in favore dell’attuale direttrice solo a marzo di quest’anno. Quel che si sta facendo in queste battute finali è tentare di recuperare tempo sui dettagli tecnici e scientifici, come eventuali restauri di alcuni pezzi e il completamento degli iter legali che permettano la regola esposizione.

«Un nuovo allestimento permanente, attività di divulgazione, eventi inclusivi e un museo che dialoghi con la città. Il museo deve tornare vivo, partecipato, con una funzione sociale», aveva già annunciato la direttrice Carla Del Vais a inizio luglio 2025. L’auspicio è quello che la riapertura riproponga il periodo florido di aperitivi, reading letterari, concerti e iniziative che hanno affollato i calendari degli ultimi cinque anni del complesso, appuntamenti che mancano alla città così come la struttura. Da quando è subentrata la nuova direzione, l’unica attività organizzata è stata la conferenza di maggio sui “Profumi greci, etruschi e fenici. I risultati delle analisi chimiche”. Poi null’altro è apparso sull’orizzonte culturale.

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