La Nuova Sardegna

Oristano

Il blitz

L’inseguimento e l’arresto: la rocambolesca fuga della banda della droga da Terralba verso il Nuorese – Guarda il VIDEO

di Enrico Carta
L’inseguimento e l’arresto: la rocambolesca fuga della banda della droga da Terralba verso il Nuorese – Guarda il VIDEO

I dettagli dell’operazione che ha sgominato un’organizzazione di nove persone e ha portato al sequestro di oltre settemila piante di cannabis

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Oristano Nove arresti in tre atti arrivati proprio quando i malviventi pensavano fosse giunto il momento di raccogliere i frutti illeciti di qualche mese di lavoro vissuto sul filo del rasoio e con il timore che, prima o poi, le forze dell’ordine si materializzassero e facessero scattare le manette. È durata ore la caccia a tutti gli uomini della banda che nelle campagne di Terralba al confine con il territorio di San Nicolò d’Arcidano aveva allestito la più grande piantagione di cannabis illegale scoperta in Sardegna nell’ultimo periodo. Era un gruppo ben organizzato, quasi interamente arrivato da fuori provincia e capace di creare all’interno di una serie di serre abbandonate una coltivazione di oltre settemila piante ormai pronte per essere trasportate. Tanto è vero che, proprio nel giorno in cui doveva avvenire il trasferimento del raccolto, è scattato il blitz figlio di indagini vecchio stile, di appostamenti, di osservazione fatta coi droni e di controlli dall’alto.

Per settimane i carabinieri del Comando provinciale di Oristano e gli agenti del Corpo forestale e di vigilanza Ambientale della stazione di Marrubiu, che per primi avevano individuato la coltivazione sospetta, sono stati dietro alla banda, infine, lunedì 13 ottobre, sono intervenuti in forze. L’incursione è scattata all’incirca alle 14 del pomeriggio quando ormai era chiaro che i sospettati stessero estirpando le piante. Di fronte alle divise, il gruppo non si è però disunito, anzi ha messo in atto un piano di fuga che probabilmente aveva studiato a tavolino: i malviventi, favoriti dall’area impervia e dalle numerose vie di fuga, sono saliti immediatamente a bordo di tre veicoli. Il primo ha fatto poca strada perché è stato bloccato dai militari del Nucleo Investigativo dell’Arma. Per gli altri due è stato necessario un inseguimento molto pericoloso durato alcune ore. Il secondo è stato circondato e fermato dalla Pattuglia radiomobile dopo qualche chilometro all’altezza del Caseificio SEPI di Marrubiu. Il terzo, un pick-up, diretto con  tutta probabilità nel Nuorese era quasi riuscito ad arrivare a destinazione ed è quello fermato ad Allai, ai margini della provincia di Oristano dove tre pattuglie della Compagnia dei carabinieri di Mogoro hanno bloccato sei persone in fuga.

Le perquisizioni avvenute direttamente sul terreno scelto per la coltivazione, effettuate dai carabinieri in collaborazione con i Nuclei investigativi regionale e di Nuoro del Corpo forestale e con le stazioni dei servizi di Oristano e Cagliari, hanno fatto ritrovare l’ingente quantità di piante appena estirpate e hanno consentito di individuare altre piante di marijuana nonché, radio ricetrasmittenti, passamontagna, arnesi da scasso, da taglio e denaro contante sui mezzi dei fuggitivi. Ora l’indagine si concentra sul ruolo che ciascuno dei componenti della banda ha avuto in questa breve avventura criminale che avrebbe fruttato alcune centinaia di migliaia di euro.

Mentre gli inquirenti indagano, gli arrestati sono finiti tutti quanti nel carcere di Oristano a Massama, tranne il minorenne che è stato affidato in custodia ai genitori. La presenza in contemporanea di ben nove persone lascia però pochi dubbi sul fatto che ci si trovi davanti a un’organizzazione strutturata capace non solo di coltivare, ma anche di occuparsi della produzione e della distribuzione della droga, rilevando un vero e proprio sistema imprenditoriale che avrebbe avuto come base ispiratrice alcune località della provincia di Nuoro, dove la droga era probabilmente diretta per poi essere inserita nei canali dello spaccio o, come sempre più spesso avviene, ceduta ad altre organizzazioni non sempre sarde come merce di scambio per avere cocaina.

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