La Nuova Sardegna

Il giorno dei Tazenda: «Con Marco Carta un’intesa perfetta»

Walter Porcedda
Il giorno dei Tazenda: «Con Marco Carta un’intesa perfetta»

20 febbraio 2009
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 SANREMO. Marco Carta e i Tazenda oggi a sorpresa assieme sul palco del festival per una versione originale del brano «La Forza mia» presentato in buona parte in sardo. Il giovane vincitore di «Amici» canterà due intere strofe in sardo, da solo. E, il risultato, assicurano Gigi Cammedda, Gino Marielli e Beppe Dettori «è bellissimo». Sarà una inedita reunion nel segno dei Quattro Mori quella dell’Ariston. «Sì perchè oltre a noi Tazenda e Marco - spiega Cammedda - è da conteggiare anche l’autore del brano Paolo Carta».

 I Tazenda hanno provato ieri con Carta in sala e questo pomeriggio a teatro daranno gli ultini ritocchi. «Abbiamo ripreso il brano di Marco lavorandoci assieme, portandoci dentro qualcosa della nostra storia. E Tazenda vuol dire Sardegna. Ecco la decisione di includere delle strofe in limba. Il ritmo è stato un po’ rallentato... insomma, è venuto fuori qualcosa di molto particolare. Marco poi, crediamo, si sia trovato a suo agio con noi. Canta molto bene, con una voce originale».

 - Fu nel festival del 1991 che presentaste con Pierangelo Bertoli e Andrea Parodi, due amici che ora non ci sono più, il brano «Spunta la luna dal monte». Fu qualcosa di straordinario e raccoglieste il più lungo applauso della storia del festival. L’anno successivo «Pitzinnos in sa gherra» e la definitiva consacrazione della band. Che sensazione avete nel risalire dopo tutti questi anni su quel palco?
 «È sempre emozionante salire lassù, per quello che rappresenta per la storia della musica. Questa volta siamo ovviamente più tranquilli perché ci arriviamo come supporters. Ma è inevitabile ripensare a quella sera di tanti anni fa. Era la prima volta che si presentava un brano in lingua sarda. Avevamo la preoccupazione di non essere compresi. Ci chiedevamo come avrebbe reagito il pubblico. Poi andò bene».

 - La vostra storia è fatta di grandi successi e di momenti difficili, di sofferenze e di riscatti, e insegna ai giovani musicisti che se dentro si ha la passione della musica si può ripartire e rinascere.
 «Bisogna non mollare mai. Se hai la consapevolezza di aver cose da dire si deve andare avanti. Certamente abbiamo passato momenti difficili e pesanti come accade nella vita, perché questa è la nostra vita. Ma una volta tanto un luogo comune che ci attribuiscono, quello di essere dei testoni, è vero. Siamo stati testardi nel continuare a fare quello in cui credevamo».

 - E adesso a Sanremo nel ruolo di testimonials per un altro artista della nostra terra, Marco Carta. Un episodio unico o l’inizio di una possibile collaborazione?
 «È il clan dei sardi che si riunisce... Crediamo che le cose debbano nascere spontaneamente. Per il momento è possibile che faremo dei concerti assieme. Il resto si vedrà».

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