La Nuova Sardegna

Falchi, poiane e gabbiani urbanizzati

Intervento dei veterinari
Intervento dei veterinari

Alla clinica San Giuseppe oltre mille ricoveri di selvatici

06 marzo 2011
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 CAGLIARI. Cani, gatti e topi non rappresentano l'unica fauna urbana e il territorio cagliaritano presenta un panorama animale variegato. Marco Puddu, direttore della Clinica veterinaria di San Giuseppe, assicura che anche il settore degli animali da compagnia è piuttosto complesso.  La clinica veterinaria, coi suoi 12 professionisti, effettua circa 5.000 ricoveri all'anno, e sui tavoli operatori ha visto ogni tipo di esemplare: animali esotici, roditori, tartarughe, falchi, cervi, ricci, volpi e nibbi.  Marco Puddu racconta di aver affrontato le più svariate tipologie di infortunio animale, come un gatto infilzato con una fiocina, avvelenamenti casuali e spesso intenzionali. Mette, però, in guardia i padroni, in quanto il maggior numero di infortuni avviene per incuria, come lasciare il cane con la catena corta esposto alle intemperie, o abbandonarlo sul balcone per intere giornate.  Marco Cavallo è l'esperto di avifauna alla Clinica di San Giuseppe, convenzionata con la Provincia di Cagliari per il Primo soccorso per la fauna selvatica.  Nel 2010 i ricoveri delle specie selvatiche hanno superato il migliaio. Sono invece una ventina al mese i rapaci ricoverati in clinica e il 30% viene ritrovato durante il periodo migratorio. La Sardegna infatti è il punto d'approdo di numerose specie che dalla Scandinavia e Finlandia, migrano verso le terre sub-sahariane. Le specie più presenti sul territorio sono il falco selvatico, il gheppio, la poiana, il falco pellegrino e il barbagianni; senza contare la gazzetta, il parrocchetto, l'airone, falco cenerino e il nuovo invasore: il gabbiano reale.  Numerose chiamate verso il servizio di primo soccorso, riguardano le invasioni dei balconi da parte dei gabbiani. «Tale specie - afferma il dott. Cavallo - era il simbolo della natura incontaminata, ora è invece un perfetto esempio di antropizzazione e simbolo del disordine ambientale».(p.l.c.)
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