La Nuova Sardegna

Prima massacra la moglie e poi tenta di uccidersi

di Luciano Onnis
Prima massacra la moglie e poi tenta di uccidersi

A Guspini raptus causato dalla depressione: dieci coltellate in camera da letto La tragedia scoperta da uno dei figli insospettito da improvvisi rumori nella notte

26 agosto 2013
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GUSPINI. Una decina di coltellate alla moglie per porre fine nella maniera più tragica a una vita vissuta insieme, fatta di sacrifici comuni e trascorsa sino all’altra notte in armonia. Poco dopo le 2 del mattino, nell’azienda agraria di Arriopus, lungo la provinciale che da Guspini porta a Sant’Antonio di Santadi, un raptus omicida ha colto l’allevatore Ugo Basilio Lai, 70 anni, originario di Desulo ma da tantissimo tempo residente a Guspini. Con due coltellacci prima ha ucciso la moglie, Giuseppina Brodu, 62 anni, anche lei di Desulo, che dormiva nel letto matrimoniale. Poi si è conficcato nel ventre alcune volte uno dei due coltelli, restando gravemente ferito. Una fortissima depressione all’origine della tragedia.

L’uomo è stato trovato poco dopo, accasciato su una panca di legno nella veranda della casa annessa alla tenuta, dal figlio Serafino che vive con i genitori e collabora nella conduzione dell’azienda di famiglia, gioiello di imprenditoria realizzato col duro lavoro nella campagna e nell’allevamento di ovini. L’anziano ha farfugliato qualcosa: «La volevo portare con me...».

E con questo ha lasciato intuire cos’era accaduto: Serafino si è precipitato nella camera dei genitori e si è trovato davanti al dramma ormai compiuto: la madre era riversa senza vita nel letto, lenzuola e materasso intrisi di sangue.

Per la depressione Lai era assistito del Servizio di igiene mentale della Asl. Da qualche tempo stava discretamente e niente avrebbe fatto presagire la tragedia, hanno puntualizzato parlando con i carabinieri i figli Serafino e Giuseppe, che mai gli avevano fatto mancare la loro amorevole vicinanza. Insomma, niente sino all’altra notte lasciava intuire la possibilità di un epilogo tragico.

Non si sa quindi che cosa possa aver fatto scattare nella mente dell’allevatore la decisione di mettere fine alla vita della donna e di farla finita lui stesso. Nessuno screzio fra moglie e marito, come ha confermato Serafino ai militari e al magistrato.

Sabato sera i coniugi erano andati a dormire tranquillamente. Però solo la donna ha preso sonno. L’uomo – ma queste allo stato delle indagini sono solo ipotesi – dev’essere stato assalito da un improvviso sconvolgimento psichico: ed è stato allora che ha preso le armi in cucina, ferendo a morte la moglie con numerose coltellate fra la gola e il torace.

Dopo essersi a suo volta ferito al ventre, si è lasciato andare nella veranda. Il figlio, svegliato di soprassalto da inconsueti rumori, lo ha raggiunto nel giro di qualche istante.

E poco dopo, nonostante la comprensibile disperazione del momento, ha composto il 112 dei carabinieri e ha raccontato all’operatore della centrale della Compagnia di Villacidro quanto accaduto. Tempo una decina di minuti e sul posto è giunta una pattuglia del Nucleo radiomobile.

Due militari hanno trovato Ugo Basilio Lai sempre accasciato sulla panca, i pantaloni e la maglietta inzuppati di sangue, il coltello ancora in mano. Voleva tagliarsi le vene delle braccia: «Perché voglio andarmene con lei», ha sussurrato. Ma i carabinieri gli hanno parlato brevemente, l’hanno convinto a deporre il coltello e a lasciarsi soccorrere. Nel frattempo è arrivata l’ambulanza del 118 che lo ha trasportato all’ospedale di San Gavino.

La lama non ha leso organi vitali. I medici sono riusciti a ricucire le ferite, assegnando al paziente – che ora si trova sotto sorveglianza nella sua stanza - una prognosi precauzionalmente riservata. L’anziano allevatore non correrebbe comunque il rischio di morire.

Intanto nella casa della tragedia sono giunti il capitano Valerio Cadeddu, comandante la Compagnia di Villacidro, poi raggiunto dagli uomini del Reparto operativo provinciale diretto dal colonnello Alfredo Saviano, e il sostituto procuratore Alessandro Pili, titolare dell’inchiesta giudiziaria, accompagnato dal medico legale.

Forse nelle prossime ore si capirà qual è stata la molla che ha fatto scattare in Lai la decisione di uccidere la moglie e se stesso. Ma appare evidente come siano ancora tanti gli aspetti sui quali fare piena luce. A cominciare dalla ricostruzione delle ultime ore vissute dalla vittima.

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