La Nuova Sardegna

Blitz all’Igea: quattro indagati per peculato

di Tamara Peddis
Blitz all’Igea: quattro indagati per peculato

Iglesias, sequestrati i documenti sugli appalti per le bonifiche, perquisita la casa di un sindacalista

28 agosto 2013
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IGLESIAS. Si è concluso con quattro nomi nel registro degli indagati il blitz dei carabinieri nella sede Igea di Capo Pisano. Quindici macchine e trenta militari coordinati dal comandante della compagnia, Nicola Pilia, hanno effettuato una perquisizione richiesta dalla Procura della Repubblica di Cagliari. Un controllo sulla gestione amministrativa della Società regionale che si occupa di bonifiche e ripristino ambientale che negli ultimi mesi è stata al centro di discussioni politiche e sindacali. L’indagine è stata avviata dal Pm Marco Cocco del Tribunale di Cagliari. I nomi degli inquisiti sono top secret e non è escluso che altri si aggiungano a breve. Di certo sono stati perquisiti tutti gli uffici e portati via computer e documenti relativi al patrimonio immobiliare, contratti di appalti carte d’archivio riguardanti il parco macchine. I reati ipotizzati sono abuso di ufficio e peculato. Le perquisizioni dei carabinieri si sono estese alle sedi Igea di Monte Agruxiau, Acquaresi e Masua dove secondo indiscrezioni è stata trovata una scorta ingente di gasolio in un locale che si credeva non utilizzato. Secondo i lavoratori Igea, una perquisizione così mirata non si era mai vista. «Sapevano dove andare», hanno commentato gli operai. Solo il direttore dell’Igea, Sergio Bariosco, ha detto di non essere sorpreso del controllo che ha definito «una semplice acquisizione di dati che è avvenuta in sola mezza giornata». Le auto dei carabinieri comunque sono uscite dalla sede Igea di Campo Pisano colme di fascicoli. Una mole di documenti che sono stati portati in caserma dove verranno studiati per verificare se l’attività amministrativa è in regola. L’indagine ovviamente potrebbe ampliarsi e così anche il numero degli indagati. I militari non hanno perquisito solo uffici, ma anche alcune abitazioni. Tra queste la casa di Marco Tuveri, della rappresentanza sindacale unitaria. Il blitz non ha risparmiato la sede del Parco Geominerario. Anche il presidente Antonio Granara ha detto di essere molto sereno e che controlli di questo tipo sono stati fatti altre volte. In tanti sono rimasti sorpresi, anche l’assessore regionale all’Ambiente Andrea Biancareddu: «Sapevo di problemi legati agli stipendi e al personale – ha detto – ma non pensavo che si arrivasse a un’inchiesta di questo tipo».

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