La Nuova Sardegna

Costi delle Regioni a confronto: la Sardegna è al quarto posto in Italia

di Alfredo Franchini
Costi delle Regioni a confronto: la Sardegna è al quarto posto in Italia

L’assemblea di Via Roma costa 73 milioni: ogni sardo spende 45 euro l’anno. In Italia spendono di più solo Sicilia, Lazio e Calabria. Indennità ridotte del 30% ma resta sempre alta la voce per le pensioni degli ex consiglieri

17 dicembre 2013
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CAGLIARI. Un fiume di denaro, un esempio di federalismo sbagliato. Quanto costa la politica delle regioni italiane? Molto, moltissimo e, con una distanza siderale dai costi standard, perché ci sono troppe differenze tra le varie regioni. Parliamo dei costi delle istituzioni e quindi dei consiglieri regionali, degli ex consiglieri in pensione, del personale e del contributo ai gruppi.

Assemblee d’oro. In Italia i Consigli regionali costano un miliardo l’anno, i compensi lordi dei consiglieri sono circa 230 milioni di euro cui vanno aggiunti 170 milioni per pensioni e vitalizi dei consiglieri cessati. I contributi ai gruppi arrivano a cento milioni. Numeri elaborati dall’economista Roberto Perotti su lavoce.info.

Dopo aver fatto la premessa che la politica ha sempre un costo - solo le dittature non sopportano quel tipo di spese - qui siamo in presenza di un sistema a picco che ha utilizzato denaro destinato all’attività politica per altri fini.

Il parlamento isolano. I dati si riferiscono al 2012 e la Sardegna per spese complessive, (73.970.000 euro), si piazza al quarto posto dopo il Consiglio regionale della Sicilia (156.107.000), del Lazio (83.893.000) e della Calabria (78.933.000). L’isola precede Lombardia (68.452.000), Campania (66.358.000) e Veneto (51.606.000).

Vitalizi. Se si scorpora il dato sardo si scopre che il costo degli ottanta consiglieri è stato di poco superiore ai 19 milioni, cui si aggiungono 16 milioni per i consiglieri cessati dal servizio, (pensioni e vitalizi), 28 milioni per tutto il personale. Il contributo ai gruppi, su cui si stanno sviluppando diverse inchieste giudiziarie, è stato di 4.281.000 euro.

Assieme alle spese varie si arriva al costo totale, cioè all’indice di spesa che le regioni ritengono necessaria per consentire ai propri consiglieri di svolgere al meglio il proprio lavoro. La media italiana della spesa totale di ogni singolo consigliere varia dai 410.000 euro della Valle d’Aosta e i 415 mila euro del Trentino a un milione di euro per un consigliere del Piemonte, uno e mezzo per la Calabria e addirittura 1.700.000 in Sicilia. I sardi si trovano anche qui nella parte alta della graduatoria: 925 mila pro capite. (Non significa che quei soldi siano andati al singolo consigliere, è il risultato delle spese complessive).

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Stipendio. La spesa dei 1.117 consiglieri delle regioni italiane varia, come si può osservare nella tabella pubblicata in alto, dai 118.000 euro in Emilia, ai 140 mila della Valle d’Aosta ai 244.000 del Piemonte, 270 mila del Lazio e 281.000 della Calabria; in Sardegna il costo è di 240 mila euro.

Costi fissi. «Se vi sono dei costi fissi», spiega Roberto Perotti, «ci si aspetterebbe che nei consigli più piccoli il costo totale medio per consiglieri fosse stato più alto. I dati, invece, indicano l’esatto opposto: più grande il Consiglio, più alto il costo totale medio per consigliere», spiega il docente dell’Università Bocconi.

«Sembra che vi siano quindi notevoli diseconomie di scala: se siano dovute a sprechi o altri fattori è difficile dire. E’ però interessante notare che una regione medio grande come l’Emilia, usualmente considerata bene amministrata, in totale spende per ciascun suo consigliere 650 mila euro, molto meno della media nazionale. (La Sardegna ne spende 925 mila). Con lo stesso numero di consiglieri (e una popolazione inferiore), la Calabria spende quasi due volte e mezzo l’Emilia».

Popolazione. Nella terza colonna della nostra tabella è compresa la spesa totale per abitante di ogni regione. In questo caso il dato comprende le economie di scala: nella regione più popolosa, la Lombardia, mantenere il Consiglio regionale costa solo 7 euro l’anno per abitante, (inclusi anziani e bambini); nella meno popolosa Valle d’Aosta costa 112 euro per abitante. Isardi per mantenere il Consiglio regionale pagano 45 euro. Calabria, Sardegna e Liguria hanno una popolazione simile, ma nelle prime due il Consiglio costa il triplo che in Liguria (per ogni abitante).

Tagli. Governare e legiferare richiede grandi capacità e molto tempo: è quindi ragionevole pensare a una remunerazione giusta. Dai dati, purtroppo, emerge una frattura tra costi e risultati del territorio. C’è da ricordare però che la Sardegna negli ultimi anni ha decurtato sia gli stipendi netti, sia i rimborsi massimi di circa il 30 per cento. Anche qui, al contrario, ci sono stati aumenti, sia pure lievi, nelle Marche, in Lombardia e in Abruzzo e un aumento dei rimborsi in Piemonte.

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