La Nuova Sardegna

S’istrumpa, l’arte antica della lotta dei sardi

di Roberto Sanna
S’istrumpa, l’arte antica della lotta dei sardi

A Sassari la presentazione del libro di Piero Frau, appassionato e “riscopritore” dello sport agropastorale

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SASSARI. Da sempre collocata a metà tra storia e sport, rinata negli anni Ottanta sulla base di una tradizione orale, S'Istrumpa, l'antica lotta dei pastori sardi, trova ora la sua consacrazione definitiva in un libro del suo fondatore (o sarebbe più giusto dire "riscopritore") Piero Frau. Oggi alle 18 il museo Sanna di Sassari ospiterà la presentazione di un'opera che racchiude uno spicchio di tradizione sarda, rispolverata e lucidata in chiave sportiva ma sempre espressione autentica della secolare vita agropastorale della Barbagia. Alla presentazione interverranno l'autore, l'ex sindaco di Ollolai Tonino Bussu e il curatore della traduzione in lingua sarda Michele Ladu.

La storia di Piero Frau, presidente della Federazione di S'Istrumpa (da anni affiliata al Coni) è quella che accomuna tanti sardi della sua generazione. Nato a Ollolai, emigra in Germania dove per lavorare nell'edilizia, in fabbrica e in un ristorante. I suoi contatti e le sue amicizie sono quelle della comunità sarda della Baviera e in particolare Franco Columbu, il compaesano che negli anni successivi diventerà uno dei più grandi culturisti al mondo e grande amico di Arnold Schwarzenegger.

Rientrato nel paese d'origine all'inizio degli anni Sessanta, Piero Frau mantiene la passione per la palestra e l'attività fisica diplomandosi all'Isef, quindi si dedica all'insegnamento e alla politica diventando sindaco di Ollolai e nel frattempo continua a coltivare un suo vecchio “pallino”: recuperare dall'oblio S'Istrumpa, la lotta che i pastori praticavano negli ovili e nella quale si cimentavano, ancora vestiti con gli abiti da lavoro, in occasione delle feste campestri o dei grandi momenti d'incontro come la tosatura e la trebbiatura.

La prima parte del libro, pubblicato dall'Alfa Editrice, intitolato semplicemente S'Istrumpa e scritto in italiano con relativa traduzione a fronte in lingua sarda, è dedicata proprio alla descrizione della parte storica: S'Istrumpa, racconta l'autore, era una delle tante attività ludiche praticate dai maschi della società agropastorale. Ci si divertiva correndo, saltando in groppa ai cavalli in corsa, sollevando le pietre a una o due mani, caricando i bidoni del latte in groppa all'asino. E quando due giovani si incontravano, per salutarsi non si usava stringersi la mano o abbracciarsi, ma afferrarsi per il bavero della giacca (se ce l'avevano, altrimenti per gli omeri) e con una serie di strattoni cercavano di mettere a terra l'amico per mettere a prova la sua condizione fisica. L'incontro però poteva anche non esaurirsi così ed evolvere in una vera e propria competizione fisica, coi due rivali che si allacciavano e davano vita a un vero e proprio combattimento corpo a corpo con tecniche e regole non scritte ma comunque coltivate e osservate.

«Una lotta che si è tramandata per millenni, di generazione in generazione – dice Piero Frau – con la pratica e con i racconti degli anziani che celebravano i lottatori più famosi e le loro vittorie». E non a caso il termine in sardo che indicava i lottatori era “gherradores”, guerrieri destinati lasciare traccia nella tradizione di questa disciplina ancora ben lontana dall'essere codificata. Per quanto delegata alla semplice tradizione, s'istrumpa, una volta riportata alla luce, rimodernata e insegnata ai giovani, ha scoperto con sorpresa di avere tante "sorelle" sparse in tutta Europa, in quelle comunità che, come quella barbaricina, continuavano a portare avanti la tradizione agropastorale: scozzesi, irlandesi e bretoni avevano stili di combattimento molto simili, a livello sportivo unificate nel settore delle lotte tradizionali alle quali s'istrumpa è stata ammessa a pieno titolo, tanto da meritarsi da parte di uno dei più grandi interpreti della lotta tradizionale, Milan Ercegan, la definizione di “antichità vivente”.

E di antico c'è tanto in questa disciplina, se è vero che le più antiche testimonianze di questa pratica sono proprio i bronzetti nuragici che raffigurano due gherradores nella tradizionale presa (“sas trassas”) con la quale il combattimento ha inizio.

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