A Livorno l’impianto ancora non funziona Tutto ok a Rovigo
SASSARI. Livorno ha dovuto attendere più di dieci anni perché il suo rigassificatore vedesse la luce. Dieci anni in cui favorevoli e contrari si sono combattuti in una guerra senza quartiere. Alla...
SASSARI. Livorno ha dovuto attendere più di dieci anni perché il suo rigassificatore vedesse la luce. Dieci anni in cui favorevoli e contrari si sono combattuti in una guerra senza quartiere. Alla fine l'hanno spuntata i primi. Lo scorso 20 dicembre l'impianto ha ufficialmente iniziato a funzionare. O meglio è stato solo acceso. Perché, in realtà, a tutt’oggi il rigassificatore risulta ancora fermo. La Olt, la società titolare della megastruttura offshore, non ha finora stipulato neanche un contratto di fornitura per accogliere il gas liquido e poi trasformarlo allo stato gassoso. Più che di svolta energetica, dunque, bisogna parlare di flop, visto che anche il costo dell’opera dagli iniziali 400 milioni di euro è lievitato fino a quota 850. Proprietaria della struttura, capacità di rigassificazione pari a 3,75 miliardi di metri cubi annui, è la Olt Offshore Lng Toscana, un'alleanza tra alcune delle principali società industriali del mondo attive in campo energetico, come il gruppo E.On e l'italiano Gruppo Iren. Insieme detengono il 94 per cento dell'impianto, posizionato a circa 22 chilometri dalla costa tra Livorno e Pisa. Recentemente la società ha chiesto al ministero dello Sviluppo economico di inserire il rigassificatore tra le opere energetiche di interesse strategico nazionale. Un appello che dovrebbe essere accolto a giorni, suscitando le critiche non solo degli oppositori storici, gli "Offshore no grazie", ma anche di 5 Stelle e Legambiente, che accusano il Governo di voler aumentare le bollette per salvare dal fallimento l'impianto toscano. Va un po’ meglio a Porto Tolle, in provincia di Rovigo, dove nel 2008 fu inaugurata l'Adriatic Lng, la prima struttura offshore al mondo in cemento armato per la ricezione, lo stoccaggio e la rigassificazione di gas naturale liquefatto. L'impianto, costato 2 miliardi di euro, ha una capacità di rigassificazione di 8 miliardi di metri cubi annui, che corrispondono a circa il 10% del fabbisogno nazionale di gas naturale. Attualmente la struttura, che si trova a circa 15 km dalla costa, è utilizzata all'80 per cento, pari a 6 miliardi di metri cubi all’anno. Fino al 2008 in Italia l'unico rigassificatore esistente era a Panigallia, tra La Spezia e Porto Venere, realizzato nel '70 e ancora in funzione, ma a differenza degli altri due situato sulla terraferma.
©RIPRODUZIONE RISERVATA