La Nuova Sardegna

Il padre dell’assassino: «Sono sconvolto»

di Alessandro Pirina
Il padre dell’assassino: «Sono sconvolto»

Giorgio Frigeri è sotto choc. Lunedì a Sassari ha visto per qualche minuto il figlio nella caserma dei carabinieri

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TEMPIO. Come ogni giorno anche ieri mattina Giorgio Frigeri era nel suo negozio, la storica tappezzeria di piazza Spano a cui ha dedicato tutta la sua vita. Ma era tra quelle quattro mura solo fisicamente. La sua mente era altrove, ferma all’istante in cui ha capito che il figlio Angelo si era macchiato del terribile delitto di via Villa Bruna. Da 48 ore Giorgio Frigeri, vedovo da sei anni, è un uomo distrutto, con il cuore in pezzi. Perché se nessuno a Tempio immaginava che dietro la strage degli Azzena ci potesse essere la mano di suo figlio, figuriamoci lui, il padre. «Siamo sconvolti – sono le poche parole che riesce a pronunciare con la voce rotta dal pianto –. In questo momento vogliamo essere lasciati in pace, abbiamo davvero poco da dire». Frigeri non si capacita che il suo Angelo sia il carnefice di Giovanni Azzena, della moglie Giulia e del piccolo Pietro. Non riesce ad accettare, e come potrebbe essere diversamente, che dietro il volto sempre allegro e sorridente di suo figlio si possa nascondere quello di un feroce e sanguinario omicida.

L’incontro. Ma il padre di un assassino è pur sempre un padre. E così lunedì sera, quando Angelo era ancora in stato di fermo nella caserma dei carabinieri di Sassari, prima di essere condotto nel carcere di Bancali in una cella d'isolamento, Giorgio Frigeri è voluto correre dal figlio. Forse un modo per fargli capire che, al di là di tutto quello che è accaduto, la famiglia non lo ha abbandonato. «L'ho visto solo due minuti, nulla di più. È sconvolto dopo quello che è successo. Come siamo sconvolti tutti noi. Ma per quanto possibile cercheremo di stargli vicino». Oltre Angelo, Giorgio Frigeri, che ha perso la moglie Stefania nel 2008, ha un’altra figlia più piccola, con cui vive e lavora nella storica attività di piazza Spano. La stessa di cui Angelo non ha mai voluto occuparsi, preferendole lavoretti saltuari - barista, idraulico, benzinaio, ultimamente antennista - ma sempre senza futuro.

Fiducia negli inquirenti. La tappezzeria di Frigeri dista appena qualche decina di metri dalla casa dell’anziana madre di Giovanni Azzena, Pasqualina Bulciolu, che si trova a sua volta a pochi passi dalla palazzina di via Villa Bruna in cui è avvenuto l’atroce delitto.

Ieri la donna, insieme ai figli Giuseppe e Alessandra, ha voluto affidare un messaggio agli avvocati Salvatore Diana e Filippo Orecchioni. «Abbiamo piena fiducia negli inquirenti, ai quali diamo atto di aver lavorato alacremente in questi giorni – scrivono i legali della famiglia Azzena –. Non possiamo dire se si possa parlare di svolta definitiva, ma riteniamo sia certamente un passo importante. Siamo convinti che giustizia sarà fatta. Noi, per quanto ci riguarda, faremo tutto quanto in nostro potere nell’interesse dei familiari, anche al fine di proteggere l’immagine delle vittime». Parole, queste ultime, che fanno riferimento, in particolare modo, alle voci di una presunta relazione sentimentale tra Angelo Frigeri e Giulia Zanzani, la moglie di Azzena.

Un’ipotesi che viene smentita anche dall’avvocato storico della famiglia, Domenico Putzolu.

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