La Nuova Sardegna

Crisi Keller, partite le lettere di licenziamento

di Luciano Onnis
Crisi Keller, partite le lettere di licenziamento

Villacidro, sindacalisti e lavoratori sperano che il magistrato conceda l’amministrazione straordinaria

27 luglio 2014
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VILLACIDRO. Duecentottantasette raccomandate postali con ricevuta di ritorno per comunicare ufficialmente che è finito tutto, che altrettanti dipendenti della Keller Elettromeccanica sono diventati ex lavoratori consegnati all’affollato mondo dei disoccupati. Da domani il postino comincerà a consegnare a domicilio le lettere di licenziamento di massa (con decorrenza il 6 agosto prossimo) che il liquidatore sociale del ramo aziendale, Marco Serpi, suo malgrado (è tenuto a farlo) ha cominciato a inviare da venerdì quando è scaduta la proroga della cassa integrazione in deroga e dal vertice di due giorni prima al ministero del Lavoro è scaturita una fumata nerissima sulla possibilità di salvataggio della fabbrica con l’amministrazione straordinaria. Una soluzione che i tre liquidatori giudiziali nominati dal tribunale di Cagliari hanno confermato non praticabile perché «non sussistono i requisiti di legge per aprire la procedura».

Sarà comunque il giudice Amato del tribunale di Cagliari, a cui i liquidatori hanno consegnato la loro relazione, a emettere il verdetto nella giornata di martedì 5 agosto. La speranza di sindacalisti e lavoratori è che il magistrato giudicante voglia tenere in considerazione il drammatico aspetto sociale della situazione venutasi a creare e concedere la chance dell’amministrazione straordinaria. Una possibilità auspicata dagli assessori regionali all’Industria (Maria Grazia Piras) e al Lavoro (Virginia Mura), dai parlamentari sardi con una richiesta congiunta e dai segretari territoriali di Fiom Cgil (Gianluigi Marchionni) e Fsm Cisl (Marco Angioni) che, assieme ai componenti della Rsu Mauro Branca e Mauro Nonnis hanno presentato istanza al giudice, come dipendenti creditori della Keller, affinchè conceda l’amministrazione straordinaria nell’interesse di tutte le maestranze.

Mentre al capezzale della fabbrica di carrozze ferroviarie crescono le iniziative tese a scongiurarne il definitivo tracollo, torna alla mente un precedente in casa Keller che viene riportato alla luce per auspicarne una ripetizione. Nel 1993 l’azienda finì anche allora nelle mani del giudice fallimentare a causa della fallimentare gestione della famiglia siciliana Salatiello, che agli inizi degli anni Ottanta aprì la fabbrica con cospicui contributi statali. Il giudice dichiarò praticabile l’amministrazione straordinaria e il commissario nominato da tribunale e ministero dell’Industria, Maria Martellini, riuscì nel giro di due anni a rimettere in piedi l’azienda e venderla poi a un gruppo imprenditoriale aretino che, poi affiancato da altri partner, la rilanciò in grande stile.

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