Lettera al Comune: «Sindaco, faccia sequestrare i vip»
Un sassarese scrive al primo cittadino di Orgosolo che lo querela
ORGOSOLO. «Egregio signor sindaco di Orgosolo, faccia sequestrare Briatore, Berlusconi e l'Aga Khan».
Una richiesta davvero surreale, quella giunta al protocollo del Comune del Supramonte alla fine di maggio di quest'anno. Nella missiva di poche righe, il primo cittadino Dionigi Deledda, come rappresentante della comunità dei murales, veniva invitato a cambiare obiettivi nella triste pratica dei rapimenti (fortunatamente in disuso e considerata, ingiustamente, peculiarità esclusiva di alcune comunità dell'entroterra isolano).
«Come fate a sequestrare povera gente e a non sequestrare queste persone?», chiedeva in tono di sfida l'autore della lettera, tale Manca di Sassari. Il quale aggiungeva: «Questi individui prendono in giro la Sardegna. Dunque, vedete di farci un pensiero».
Il sindaco, sbigottito e attonito, inizialmente ha pensato a uno scherzo. O alla provocazione di chi ama punzecchiare, nascondendosi dietro un'identità fasulla. Comunque, ha chiesto agli uffici comunali di verificare all’anagrafe di Sassari se Manca esistesse realmente. E si è scoperto con stupore che costui è vivo e vegeto. Ha una casa, un recapito e una famiglia. Deledda ha deciso di correre ai ripari. In gioco c'è la dignità e l'onorabilità dell'intera cittadinanza orgolese. Pertanto, pochi giorni fa, ha querelato il mittente della lettera incriminata depositando l'atto presso la Procura di Nuoro.
Spetterà, quindi, al tribunale del capoluogo barbaricino stabilire se nel contenuto di quelle poche righe si ravvisino reati. La gente di Orgosolo – viene rimarcato nella querela – è anzitutto, gente onesta e rispettosa, che conduce esistenze tranquille, normali, dignitose. Fondate unicamente sul proprio lavoro e sulla propria fatica. Pertanto, non ci si può che ritenere offesi da simili discorsi. Discorsi, che richiamano ad un passato lontano, nel quale alcuni cittadini si resero responsabili di particolari eventi delittuosi. Un trascorso, del quale, da decenni ormai, il paese si è liberato, condannando, d'altra parte, già a suo tempo, simili misfatti. Si tratta, insomma, di una denigrazione gratuita e infamante – viene aggiunto nella querela – che istiga a delinquere nei confronti di alcuni personaggi individuati come possibili future vittime di eventuali e non meglio precisati banditi.
Se, da un lato, allora, c'è la consapevolezza che tali consigli non riusciranno ad attecchire negli animi degli orgolesi, che si sentono, tutt'altro che lusingati da questo ruolo di prim'ordine assegnatogli all'interno nella malavita sarda, una lettera come quella protocollata in Comune – aggiunge il sindaco Deledda – non fa altro che contribuire a costruire, per un intero paese, una fama fuorviante e distorta. Mettendo in pericolo l'immagine che la comunità di Orgosolo vuole dare di sé.