Marijuana, la Sardegna si candida per coltivarla
Un convegno a Stintino e all’Asinara per parlare di aspetti legali e uso terapeutico della cannabis indica
SASSARI. Non è un convegno e neppure un seminario, ma una “Scuola di Fitochimica” quella che si terrà da domani a domenica a Stintino e all'Asinara, tema: “Le sostanze naturali da abuso: droghe o potenzialità terapeutiche? Aspetti storici, botanici, fitochimici, tossicologici e forensi”.
L'iniziativa è della Società Italiana di Fitochimica e delle Scienze delle Piante Alimentari e da Profumo, e dell'università di Sassari, dipartimento di Chimica e Farmacia, con la collaborazione di Fondazione Banco di Sardegna, Consiglio dell'Ordine Forense di Sassari, Comune di Stintino e Parco Nazionale dell’Asinara. Non solo “droghe” legate alla tossicodipendenza, ma tutto quello che ruota attorno al mondo variegato di quelle piante che possono aiutare l'uomo a combattere malattie o i loro sintomi. Non solo piante dalle quali si ricavano sostanze stupefacenti, ma piante medicinali finora poco o niente utilizzate. Come, ad esempio, il lentischio per tenere sotto controllo il diabete, argomento che sarà fra i più interessanti vista l'incidenza della malattia in Sardegna.
E in questo quadro Sassari e il suo territorio (ma forse l'intera Sardegna) potrebbero avere un ruolo importante in campo nazionale. Soprattutto per quanto riguarda la coltivazione controllata e la trasformazione in farmaci della Cannabis Indica i cui benefici per la cura di alcune malattie (glaucoma) o per combattere gli effetti collaterali della chemioterapia sono noti.
«Non solo droghe – sottolinea il professor Giorgio Pintore, responsabile del Laboratorio Sostanze Naturali di Chimica e Farmacia dell’università di Sassari – ma studiare cosa c’è di positivo in queste sostanze stupefacenti». Una scelta ovviamente “politica” ma in questo specifico settore, secondo il professor Pintore, la Sardegna potrebbe candidarsi a far da apripista, da regione-guida per la coltivazione sperimentale della cannabis.
Ormai è assodato che il clima è ideale («33 gradi a ottobre, in quale altra regione italiana?», sottolinea ancora Giorgio Pintore), grazie anche alla “salinità”dei venti provenienti dal mare che favoriscono la crescita della cannabis. E ancora, nuovi posti di lavoro e il recupero dei prodotti vegetali ormai privi delle sostanze attive e trasformati in pellet o per alimentare piccole centrali a biomasse. Senza dimenticare poi l'aspetto più importante: solo l'università di Sassari possiede i mezzi tecnici e le professionalità per la trasformazione della materia prima (il prodotto vegetale) in farmaci veri e propri. Non si tratta di una provocazione, tantomeno di un sogno ma di una realtà che in Italia è già partita anche se la coltivazione sperimentale è a San Marino.
Ma a Stintino (venerdì) saranno affrontati anche i risvolti legali dell’uso delle droghe, un settore profondamente modificato dalla sentenza che ha cancellato la legge Fini-Giovanardi. «È un problema particolarmente complesso – spiega l’avvocato Giuseppe Conti – poiché la sentenza della Consulta ha cancellato una legge che comunque dettava le regole. Nessuna intenzione di difendere la legge, ma ora manca ogni riferimento giuridico».