La Nuova Sardegna

Carbosulcis

Soldi pubblici spesi senza gara, manager a giudizio

La grande miniera di Serbariu
La grande miniera di Serbariu

L'inchiesta della guardia di finanza coordinata dalla Procura di Cagliari è nata dall'esposto di un dipendente. Dodici persone, dal direttore generale ai consiglieri di amministrazione, accusate di abuso d'ufficio. In cinque anni dilapidati 43 milioni di euro

29 gennaio 2015
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CAGLIARI. Si comprava di tutto, dalle attrezzature ai servizi, senza uno straccio di gara d’appalto. Una gestione allegra, quella della Carbosulcis, andata avanti per almeno cinque anni, ricostruiti dalla Guardia di Finanza con un’indagine condotta quasi tutta sui documenti e partita dall’esposto firmato da un dipendente. Se i debiti dell’azienda controllata dalla Regione crescevano, i dirigenti continuavano ad acquistare liberamente e senza controllo, fino a provocare una voragine da 43 milioni di euro.

Ora per i dodici presunti responsabili si profila il momento del giudizio: accolte le richieste del pubblico ministero Gaetano Porcu, il gup Cristina Ornano ha confermato le accuse a conclusione di una lunga discussione con le difese e ha fissato l’apertura del dibattimento al prossimo 16 giugno davanti alla seconda sezione del tribunale, presieduta da Massimo Poddighe. L’imputazione per tutti i dirigenti ed ex dirigenti Carbosulcis è di concorso in abuso d’ufficio.

I fatti risalgono agli anni che vanno dal 2006 al 2011. L’indagine della Guardia di Finanza era nata sulle spese per oltre 43 milioni di euro compiute per l’accusa al di fuori di quanto prevedono le norme. Tra le cifre contestate dalla procura compaiono quelle per lo studio di fattibilità affidato nel 2011 alla Sotacarbo di Carbonia, sul progetto integrato di miniera a centrale elettrica, costato 200 mila euro. Per la Procura inoltre avrebbero dovuto essere selezionate e non affidate direttamente con un «ingiusto vantaggio» per le ditte scelte anche le commesse del servizio di vigilanza e della mensa, così come le imprese pagate per il trasporto delle maestranze, per la messa in sicurezza dei pozzi e per gli impianti di ventilazione. A finire fra le altre nel calderone dell’inchiesta le fatture emesse nell’arco di tre anni da quattro aziende: Comec, Cometec, Sandwick e Fimetec, tutte legate al sistema delle forniture industriali. Nel corso dell’indagine è risultato che soltanto le prime due, che fanno capo all’imprenditore Paolo Musso, hanno fatturato circa 2,3 milioni di euro l’anno senza alcuna procedura di selezione pubblica.

Dovranno presentarsi davanti ai giudici l’ex direttore generale Giuseppe Deriu, il manager Mario Porcu, l’ex presidente del Cda Andreano Madeddu, i consiglieri di amministrazione Ettore Diana e Paolo Luigi Dessì, il responsabile del servizio acquisti Mauro Cicilloni, il responsabile dell’ufficio di amministrazione finanza e controllo Giancarlo Crò, il presidente del Cda Sergio Matzuzzi, i consiglieri Antonio Vargiu, Adolfo Lai, Mirando Basciu e Alderico Lampis. (m.l)

 

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