La Nuova Sardegna

cagliari

Riciclaggio, chiusa l’indagine Dda che coinvolge Cicu

di Mauro Lissia
Il resort sotto sequestro a Villasimius nell'ambito dell'inchiesta sul riciclaggio
Il resort sotto sequestro a Villasimius nell'ambito dell'inchiesta sul riciclaggio

Oltre al parlamentare, tra i 20 indagati nell'inchiesta sui traffici gestiti dalla Camorra ci sono anche l’ex sindaco di Sestu Luciano Taccori e l’ex consigliere comunale Paolo Cau, tutti soci della società Tu.ri.cost

31 marzo 2015
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. L’inchiesta è chiusa, le accuse restano pesantissime: concorso in ricettazione e riciclaggio di denaro proveniente da traffici di droga gestiti dai clan camorristici dei Casalesi e dei D’Alessandro. Per Salvatore Cicu, europarlamentare berlusconiano, ex sottosegretario alla Difesa, avvocato e titolare di uno studio legale a Cagliari, potrebbe profilarsi il rinvio a giudizio così come per i suoi soci nella Tu.ri.cost srl, l’ex sindaco Luciano Taccori e l’ex consigliere comunale di Sestu, Paolo Cau.

Ieri la polizia giudiziaria ha notificato gli avvisi 415 bis ai tre indagati sardi e agli altri 17, di cui la gran parte legati alla criminalità organizzata campana. Ora Cicu potrebbe decidere insieme ai suoi difensori, gli avvocati Guido Manca Bitti e Michele Schirò, di farsi interrogare dal pm titolare dell’inchiesta Emanuele Secci, sostituto della Dda. Sul procedimento penale pesa la minaccia della prescrizione, perché i fatti risalgono al 2003.

Per il magistrato e per il Gico della Guardia di Finanza che ha svolto le indagini, il potente politico quartese sarebbe stato insieme a Taccori socio occulto della “Tu.ri.cost srl” costituita nel 2001 con sede a Sestu, amministrata da Cau, che secondo l’accusa avrebbe ceduto ai camorristi l’area di Villasimius dove verrà realizzato il resort S’Incantu in cambio di un milione e 30 mila euro, incassati in assegni e in contanti con la piena consapevolezza della provenienza. A confermarlo il fatto, accertato dalle Fiamme Gialle, che a portare a Cagliari una parte dei soldi, 400mila euro chiusi in una borsa, sia stato il noto camorrista Gennaro Chierchia, rimasto successivamente ucciso in un agguato a Gragnano, in provincia di Napoli.

Altri soldi sono arrivati in Sardegna, secondo l’indagine, attraverso un giro di società organizzato per schermare l’operazione illegale. Con la somma incassata Cicu – stando al capo d’imputazione – avrebbe pagato debiti e acquistato l’appartamento cagliaritano di via Pitzolo dove si trova il suo studio legale. Le indagini della Guardia di finanza sono partite nel 2010 da una sequenza di operazioni societarie compiute nel settore immobiliare turistico. Seguendo il flusso del denaro gli uomini del Gico hanno messo insieme documenti e atti utili a ricostruire una gigantesca attività di riciclaggio.

Primo piano
La guerra in Medio Oriente

Libano, Israele spara ancora contro le postazioni Unifil: due feriti

Le nostre iniziative