La Nuova Sardegna

Costa Smeralda, ricavi in crescita

di Guido Piga
Costa Smeralda, ricavi in crescita

Approvato il bilancio 2014 delle società che gestiscono il patrimonio dei nuovi padroni del Qatar

05 aprile 2015
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PORTO CERVO. A Doha c’era una tempesta di sabbia che non si vedeva da 15 anni. «Un po’ come quella che stiamo attraversando noi» dice (ironicamente) una fonte. Una di quelle vicine alle cose della Costa Smeralda. Che lì, nella capitale del Qatar, due giorni fa ha approvato i bilanci del 2014 e tracciato le linee per lo sviluppo a medio termine. Imperniato su quello che c’è (hotel e porto da sviluppare), senza pensare a nuove costruzioni. Fatti di un certo peso. Perché è la prima volta che i numeri della Costa ottengono il via libera fuori dalla Sardegna e dall’Italia.

Ricavi in crescita. I cda delle società (Qatar Holding Smeralda, Smeralda Holding, Sardegna Resorts) hanno approvato i conti, che avranno il via libera definitivo dalle assemblee del 30 aprile in cui saranno nominati anche i nuovi amministratori. A livello consolidato - come è scritto nei documenti - hotel, porto, golf, negozi, terreni e marina hanno prodotto ricavi per 85,7 milioni. Tre in più del 2013. Ben 66,3 milioni del fatturato totale sono dei quattro hotel (Cervo, Cala di Volpe, Romazzino, Pitrizza). Cifre altissime, considerato che gli alberghi restano aperti quattro mesi.

Il segreto. Come spiegare il “mistero”, allora? Nei prezzi, e nella professionalità. Solo per dare un’idea. Il ricavo medio per camera dei migliori 5 stelle d’Italia (fonte Confindustria) nel 2014 è stato di 350 euro. Quello della Costa Smeralda da 400 a 2000 euro. Merito anche dell’esclusività e - come sottolineano i sindacati - delle capacità dei dipendenti. Per i quali le società della Costa hanno speso quasi 19 milioni in stipendi; 23 milioni compresi i lavoratori del Consorzio. Buona anche la performance della marina di Porto Cervo: 10 milioni di ricavi, uno in più del 2013, grazie all’arrivo sempre più forte di maxi-yacht.

Profitti super. C’è un dato, poi, cui gli analisti guardano con attenzione: l’Ebitda. È l’indicatore che misura la capacità di una società di produrre reddito prima di tasse e oneri finanziari: quello della Costa è stato di 24,4 milioni, uno in più del 2013. E il rapporto Ebitda/fatturato è stato del 29%.

Qatar più vicino. Il perché della scelta di Doha come sede dei cda ha più spiegazioni. I conti della Costa Smeralda, in un anno durissimo per via delle inchieste giudiziarie, sono stati certo ottimi. E quelli del Qatar se li volevano godere per bene, dunque. Ma soprattutto i nuovi proprietari, dopo l’acquisizione avvenuta nel 2012, hanno voluto lanciare un segnale di vicinanza alla Costa Smeralda.

Fondo sovrano rinnovato. Dopotutto, molte cose sono cambiate da allora. Nei ruoli chiave del fondo sovrano del Qatar (Qia, tra i primi 10 al mondo per volume d’affari e che opera attraverso la Qatar Holding) non ci sono più le due figure che la Costa Smeralda l’hanno voluta. Ovvero l’ex primo ministro Hamad Al Thani (noto HBJ) e il suo braccio destro Ahmad Al Sayed. Due che conoscono bene la Costa e chi - siano politici o manager - la amministra.

Con l’arrivo al poter del nuovo emiro, Tamim (35 anni), sia HBJ (proprietario dello yacht Al Mirqab) che Al Sayed sono usciti di scena in nome - per citare i media inglesi, molto attenti alle cose del Qatar - di «un nuovo corso».

Bye bye Colony. È questo un particolare di non poco conto per cercare di capire il futuro della Costa Smeralda: HBJ era l’uomo più legato a Tom Barrack. Sono stati loro due, nell’estate del 2009, ad avviare la trattativa per il passaggio di mano della Costa, poi avvenuto tre anni dopo. Era lui a insistere per nuove costruzioni. Ora l’unico legame è rappresentato dai dirigenti. I top manager restano quelli attuali e a Porto Cervo dai tempi di Colony. Mariano Pasqualone continuerà a essere l’ad delle società operative della Costa Smeralda, Franco Carraro sarà sempre il presidente.

Più business, meno politica. La loro conferma è una piccola sorpresa. Almeno per chi (ed erano in tanti, a sentire il gossip costaiolo) scommetteva sul loro siluramento. Dato, fino a qualche settimana fa, per certo. Gli ottimi numeri della Costa hanno evidentemente convinto quelli del Qatar che fosse giusto cambiare poco. E infatti l’unica novità - allo stato embrionale, tutta da verificare - è che il Qatar punterà su quello che ha. Senza mettere in cantiere nuovi interventi edilizi, in attesa che il quadro urbanistico regionale e comunale sia chiaro. I rapporti con la politica saranno limitati? Si vedrà.

Un indizio è nell’arrivo di un nuovo manager, il primo nominato da Doha: si chiama Mario Ferraro, premiato nel 2011 come miglior manager alberghiero d’Europa. Il contratto con la Starwood, il colosso americano che gestisce gli hotel, non è in discussione. Ma il Qatar, con Ferraro, vuole capire se ci sono spazi per fare ancora di più, per aprire nuovi mercati, per creare nuovi eventi.

@guidopiga

 

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