La Nuova Sardegna

La Procura indaga sul crollo

di Gianni Bazzoni
La Procura indaga sul crollo

Nessuna fatalità: il pm ora vuole capire chi siano i responsabili della frana

23 luglio 2015
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SASSARI. Sono sempre gravi anche se in miglioramento le condizioni dei due ragazzi di 17 anni di Sassari che hanno rischiato di morire sommersi dalla valanga di pietre e trachite sulla spiaggia della Rotonda di Platamona. Claudio è stato operato ieri mattina per la riduzione delle fratture - soprattutto quelle al bacino - e poi trasferito in rianimazione per monitorare meglio la situazione clinica complessiva. Luca, è sempre ricoverato in reparto: per loro la prognosi resta riservata per le prossime 48 ore.

L’inchiesta. Il procuratore capo reggente della Repubblica di Sassari Paolo Piras, intanto, sta seguendo personalmente l’inchiesta e ha affidato al sostituto Emanuela Greco l’incarico di seguire i primi adempimenti insieme agli investigatori della squadra mobile della questura di Sassari e ai funzionari dei vigili del fuoco del comando provinciale. Ieri mattina c’è stato un nuovo sopralluogo. È stata confermata l’apertura di un fascicolo (al momento contro ignoti ma a breve potrebbero esserci i primi indagati) per i reati di lesioni personali gravi e crollo di edificio. Non è escluso che in una fase successiva possa essere aggiunta anche un’altra ipotesi di reato: disastro.

Le responsabilità. Si ragiona alla ricerca di responsabilità precise e non su quella che viene definita «una fatalità». E la questione più critica riguarda l’accertamento delle competenze territoriali tra i Comuni di Sassari e Sorso. La Rotonda è stata realizzata più di 60 anni fa e quel terrapieno che si affaccia sulla spiaggia e guarda al Golfo dell’Asinara è diviso in due parti (non proprio uguali) da una linea obliqua che parte dall’angolo basso e finisce verso la seconda scalinata. La porzione sinistra - secondo le prime verifiche - apparterrebbe al Comune di Sassari, l’altra - a destra - al Comune di Sorso. A vederla così, la parte interessata dal crollo comprenderebbe i due territori. Ma saranno gli investigatori della Mobile, guidati dal dirigente Bibiana Pala, e della Scientifica - con la collaborazione dei vigili del fuoco - a dare una risposta precisa al quesito posto dalla magistratura. Per ora il provvedimento di sequestro dell’area pubblica è stato notificato a entrambe le amministrazioni comunali.

Le dimensioni. Il crollo ha riguardato un fronte orizzontale di 11metri e 50, centimetri per una altezza di circa due metri, e non sono esclusi altri cedimenti. Per questo sono stati disposti una serie di accertamenti di carattere tecnico su tutto il muro che poggia sulla spiaggia più frequentata dai sassaresi ma anche da numerosi turisti.

Il sequestro. I sigilli sono stati apposti sulla Rotonda nel suo complesso: fronte strada e spiaggia. Per ragioni di sicurezza, infatti, è stato interdetto il transito e la sosta di auto e altri veicoli. La Procura intende azzerare ogni altro pericolo, compreso il possibile cedimento dei lampioni dell’illuminazione pubblica installati sul marciapiede che - in caso di caduta - potrebbero finire proprio sulla spiaggia. Forse anche per queste ragioni è stata dilatata ulteriormente la fascia di prevenzione sulla sabbia che è stata portata a circa dieci metri dal muro crollato.

Strage sfiorata. L’idea guida è che quella di martedì, all’ora di pranzo, sia una strage mancata. Solo per un caso fortuito non ci sono stati morti nel gruppo di ragazzini che si riparava dal sole sotto il vecchio muro rivestito di trachite. Se solo il crollo fosse avvenuto la domenica mattina (quando in quello stesso punto ci sono decine e decine di giovani) le conseguenze sarebbero state ancora più gravi. Per questo il procuratore capo Paolo Piras sta chiedendo di capire in modo chiaro quali sono state le cause e le modalità del crollo per arrivare a collegare, poi, le eventuali responsabilità. Su quel terrapieno, infatti, non sarebbero mai stati programmati (nei decenni) interventi strutturali ma solo semplici manutenzioni, come quelle risalenti a una quindicina di giorni fa: la tinteggiatura dei pilastri e il rifacimento della staccionata fortemente degradata.

La solidarietà. Se non ci fosse stata quella catena di solidarietà, forte e immediata, forse oggi si dovrebbe scrivere un’altra storia. Sì, perché ormai è dimostrato che senza il tempestivo intervento dei bagnanti presenti in spiaggia - che hanno cominciato a scavare con le mani e a rimuovere le macerie - salvare i due ragazzi intrappolati sarebbe stata impresa quasi impossibile. Ma c’è anche da dire che il sistema dei soccorsi, dai vigili del fuoco al 118, dalla polizia ai carabinieri, ha funzionato alla perfezione: tempestività, professionalità e capacità di gestione di un evento assai complesso e in un’area con una densità di presenze elevata.

A tutto campo. L’intenzione della magistratura sembra essere quella di avere un quadro completo sui livelli di sicurezza nel litorale da Platamona fino alla Marina di Sorso. Per questo nelle prossime ore, le verifiche dei tecnici potrebbero essere estese anche ad altre strutture che - tra l’altro - si presentano in evidenti condizioni di precarietà rispetto al muro della Rotonda che, invece, in apparenza, non ha evidenziato segni di cedimento fino al crollo improvviso.

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