La Nuova Sardegna

Pecorino, è il momento del rilancio

Pecorino, è il momento del rilancio

Il convegno a Banari: quotazioni in salita, l’obiettivo è pianificare la produzione e la trasformazione delle eccedenze

26 luglio 2015
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BANARI. La quotazione del pecorino romano ha sfiorato i 10 euro al chilo nel mese di giugno 2015. Il dato è stato fornito ieri mattina da Giommaria Pinna dell'azienda Fratelli Pinna di Thiesi durante il seminario nell'aula consiliare del Comune. Un seminario, organizzato dall'amministrazione comunale di Banari e dalla Coldiretti, sul tema “Prezzo del latte ovino e del Pecorino Romano, quali prospettive?”, che ha visto la partecipazione dei principali attori del comparto: da un lato i produttori, dall'altro i trasformatori, con l’ importante presenza del mondo del credito (Giusppe Cuccurese, direttore generale del Banco di Sardegna e Antonio Tilocca, presidente della finanziaria regionale Sfirs) e dell'università di Sassari (il rettore Massimo Carpinelli e il professor Pietro Pulina della facoltà di Agraria dell'ateneo turritano) e in rappresentanza della Regione, il presidente della commissione attività produttive, Luigi Lotto. Coldiretti era presente con Luca Saba e Battista Cualbu, rispettivamente direttore e presidente regionale dell’associazione.

Il prezzo. «Ero più preoccupato quando il pecorino romano era sotto i 4 euro che non adesso che il prezzo sfiora i 10», ha detto Cualbu rispondendo a Giommaria Pinna che nel suo intervento dava quasi per naturale il crollo del prezzo del pecorino romano e dunque del latte. La risposta di Battista Cualbu è stata accolta con un applauso di liberazione dai tanti pastori presenti nella piccola ma traboccante sala consiliare che già prefiguravano nella mente nuovi tempi bui per i loro ovili. «Ma chi l’ha detto che il prezzo non possa ancora salire – ha aggiunto il leader della Coldiretti – nessuno aveva previsto l’exploit del pecorino romano. E già quando il prezzo è salito a 8 euro si parlava di crollo. Godiamoci questo momento – ha continuato – e lavoriamo tutti insieme per tenere questi livelli. Per farlo serve la collaborazione di tutta la filiera e di una politica più autorevole e protagonista».

L’indagine. Gli interventi dei relatori hanno preso spunto dal questionario presentato dal direttore regionale della Coldiretti Luca Saba condotto in collaborazione con Giuseppe Pulina, docente del dipartimento di Agraria di Sassari. Dieci domande sottoposte a 28 opinion leader (pastori, trasformatori, rappresentanti delle categorie interessate, studiosi) per comprendere il momento favorevole del prezzo del latte. «È emerso – ha spiegato il direttore – che secondo gli stakeholders il momento benigno per il settore è generato da meccanismi interni al mercato (limitata produzione e cambio favorevole). Questi auspicano una cabina di regia fra allevatori e trasformatori che, mantenendo le attuali produzioni di latte e le quote dello stesso destinato al pecorino romano, orienti la diversificazione verso le altre due Dop Fiore Sardo e pecorino sardo».

Le strategie. «Dovremmo pianificare le produzioni di Pecorino romano e la trasformazione delle eccedenze. Purtroppo non riusciamo a tradurre l’idea nella pratica, anche perché la politica è debole e non esercita il suo ruolo che è quello di regia. Quest’anno è stato prodotto il 25 per cento in più di Pecorino Romano», ha chiosato. Luigi Lotto ha assicurato che la politica farà la sua parte, e così anche le banche: «Quando le cose girano per il verso giusto occorre programmare il futuro – ha detto il direttore del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese annunciando che la banca è pronta a fare la sua parte «per la ricapitalizzazione delle cooperative e per aiutare le aziende alle prese con i debiti attraverso piani di rientro».

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