Sul web reazioni contrapposte
Diviso il popolo di Facebook: c’è chi lo condanna e chi non ci crede
NUORO. È su Facebook che la notizia dell’arresto di Gianluca Giobbe fa discutere, più che in città. Su quella “rete” che il giorno prima aveva accolto l’appello di una moglie disperata in cerca del marito. Una richiesta di aiuto con centinaia di condivisioni, arrivata anche in Germania. E sul web il dibattito si divide. Con reazioni contrapposte: c’è chi condanna senza attenuanti il giovane nuorese «ha speculato sulla pelle dei disperati...», si legge in uno dei tanti commenti. E chi, pur senza giustificare il reato, guarda oltre, al perché sia arrivato a rischiare tanto. «Non lo giustifico affatto, ma non me la sento di giudicarlo. Dietro una storia ci può essere di tutto: un uomo con un disagio economico, un grosso problema familiare da risolvere, bambini da campare». E poi. «Quello che ha fatto non è sicuramente giusto, ma sono sicura che qualcuno gli avrà proposto questo in cambio di soldi. E a parer mio una persona che accetta di fare una cosa del genere non lo fa se non perché ha bisogno di soldi. Il vero schifo è la società in cui stiamo vivendo che porta le persone a commettere tali gesti pur di avere qualche soldo!». E ancora. «Non lo giustifico. Ma dico solo che c’è tanta tanta disperazione in giro. Troppa fame.. E che qualcuno a volte arriva a questi gesti estremi per disperazione veramente. Non giudichiamo e facciamoci un esame di coscienza». C’è anche chi pensa che sia caduto in una trappola, inconsapevolmente. «Secondo me non gli hanno nemmeno detto cosa trasportava e lui ingenuamente, o per mancanza di lavoro, si è fidato!». Ma fioccano anche i commenti colpevolisti. «Delusa da questo sardo. Non fa onore alla Sardegna». Ma anche: «Il fine giustifica i mezzi? Assolutamente no».
E sul gruppo pubblico “Sei di Nuoro se..” si legge: «Se nessuno lo conosceva, questo gruppo sarebbe stato stracolmo di insulti. Siate più obiettivi, oppure state in silenzio, senza difendere l’indifendibile! Non penso che i giornali, abbiano scritto così per gioco! Sono cose serie queste...».