La Nuova Sardegna

Esce “Amore e furto” di De Gregori Un omaggio al primo Bob Dylan

 Esce “Amore e furto” di De Gregori Un omaggio al primo Bob Dylan

MILANO. Un omaggio a un maestro, ma anche la prima conclamata ammissione di un amorevole furto iniziato 45 anni fa. Francesco De Gregori ha presentato oggi a Milano “De Gregori canta Bob Dylan...

30 ottobre 2015
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MILANO. Un omaggio a un maestro, ma anche la prima conclamata ammissione di un amorevole furto iniziato 45 anni fa. Francesco De Gregori ha presentato oggi a Milano “De Gregori canta Bob Dylan - Amore e furto”, nuovo album in uscita oggi che raccoglie 11 adattamenti in italiano di altrettante tracce firmate dal 1965 al 2001 dal cantautore di Duluth.

«Dopo anni in cui i nostri nomi sono stati affiancati da altri, ho deciso di affiancarli io senza nascondermi: qui gli ho rubato perfino il titolo!», dice De Gregori riferendosi a “Love and Theft”, disco in cui lo stesso Dylan omaggiava le sue fonti. Il primo impatto negli anni Sessanta («Quando l'ho scoperto a 14 anni, con quel suono così poco allineato del periodo elettrico, l'ho assorbito come una spugna»), i tentativi adolescenziali di tradurlo e quindi l'adattamento di “Desolation Row” realizzato con De André nel 1974 (qui rivisitato in modo più fedele) sono le prime tappe di un lungo culto che in “Amore e furto” giunge a maturazione: «Io e Fabrizio, giovani e fieri com'eravamo, ci scostammo dall'originale trasferendo nel testo il nostro mondo letterario: 40 anni dopo ho avvertito un maggiore senso di responsabilità».

Con questo spirito meno di un anno fa De Gregori ha intrapreso il progetto. «Il mio terrore era mettere troppo me stesso nelle traduzioni: se voglio dire qualcosa di mio, la dico nelle mie canzoni, qui ci tenevo alla fedeltà». Nella scaletta De Gregori pesca talvolta da un Dylan minore dei tardi anni '70 e '80, come nel primo singolo estratto “Un angioletto come te” (“Sweetheart Like You”), ma è stato il suono a motivare queste scelte: «Certe canzoni che adoro come “My Back Pages” o “Just Like a Woman” semplicemente non funzionano in italiano, qui c'è tutto il Dylan che sono riuscito a tradurre».

A guidare la penna, insomma, è il «bel rompicapo della metrica», e dove i ritmi dell'inglese non sembrano riproducibili in italiano De Gregori si inventa quasi un rap (“Acido seminterrato” da “Subterranean Homesick Blues”), mentre in “Come il giorno” e “Non dirle che non è così” vengono ripresi esperimenti già proposti con successo dal vivo negli ultimi 20 anni. Anche gli arrangiamenti volutamente aderenti al Dylan più da band che non solista acustico seguono questo criterio di fedeltà, ma se certi suoni e certi versi ricordano il De Gregori autore non è un caso: «Io mi sono nutrito del modo di scrivere di Dylan, perciò la lingua di questi testi risulterà familiare a chi conosce bene le mie canzoni».

A marzo tornerà sul palco: prima data il 5 marzo all'Atlantico Live di Roma e chiusura il 23 all'Alcatraz di Milano.

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