La Nuova Sardegna

Rifiuti, l’isola fa progressi la maglia nera spetta a Olbia

di Andrea Massidda
Rifiuti, l’isola fa progressi la maglia nera spetta a Olbia

Secondo l’indagine dell’Ispra la Sardegna sale nella media europea Nel Sassarese spicca il Comune di Tergu: riesce a riciclare più dell’87 per cento

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SASSARI. Cala in tutta la Sardegna la produzione di rifiuti urbani. E nel contempo, precisamente dal 2010, aumenta di 8 punti in percentuale la raccolta differenziata, che adesso - attestandosi al 53 per cento - colloca la performance ecologica dell’isola al di sopra della media tollerata dall’Unione europea, comunque sia in mezzo al record positivo del Veneto (67,6 per cento) e a quello negativo della Campania (47,6 per cento). Sono alcuni dei dati emersi dall'annuale report dell'Inspra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, presentato ieri mattina a Roma.

Numeri che fotografano una regione con molte luci e qualche ombra. «In effetti - spiega Rosanna Laraia, responsabile nazionale del Servizio rifiuti dell'Inspra -, noi siamo soliti citare la Sardegna come una terra che sotto il profilo della raccolta dei rifiuti è piuttosto virtuosa, specie perché ha fatto grandi passi già da due anni. Poi, chiaramente, il quadro non è omogeneo e cambia da area a area». Tornando alla raccolta differenziata si distingue a livello nazionale la provincia del Medio Campidano, con il suo brillante 66,6 per cento. Abbastanza per inserire la zona di Sanluri tra le prime quattordici in Italia, undici delle quali posizionate al Nord. Ma si difendono bene anche la provincia di Oristano (64,9 per cento) e l'Ogliastra (64 per cento). Non male Nuoro (con il 60,1 per cento) e un voto d'incoraggiamento per Cagliari, che registra un modesto 52,1 per cento, ma cresce con costanza (nel 2010 era ferma al 46 per cento). La maglia nera dell’isola va invece alla provincia di Olbia (40,3 per cento), dove per via dei flussi turistici elevati e dei presumibili consumi alti, la raccolta dei rifiuti potrebbe rivelarsi più difficile. In provincia di Sassari (49,44 per cento) merita una citazione il comune di Tergu, nell'Anglona, dove si tocca una percentuale scandinava: l'87,04 per cento.

Le criticità? «Fondamentalmente - prosegue l'esperta - l’eccessivo smaltimento in discarica, che in Sardegna tocca il 34 per cento dei rifiuti prodotti, mentre in regioni come la Lombardia si attesta al 7 per cento. Da questo punto di vista si potrebbe fare di più. Soddisfa però la media dell'incenerimento, per ora al 19,1 per cento contro il 17 registrato nell’intera nazione. Lo studio fornisce naturalmente i dati dei rifiuti urbani, anche indicando, provincia per provincia, il rapporto tra la produzione e la raccolta differenziata. E inoltra i chilogrammi di immondezza prodotti per abitante ogni anno e quanto di questi vengono effettivamente differenziati. Partendo dalla provincia di Cagliari (561mila abitanti), si calcolano poco più di 246mila tonnellate di rifiuti urbani prodotti, delle quali 128.312 sono state differenziate (228,3 chili per abitante). In provincia di Sassari (334mila abitanti), le tonnellate prodotte sono state oltre 143mila, per un totale di differenziata pari a 70.832 tonnellate (211,6 chilogrammi per abitante). Passando poi ai dati relativi alle province più virtuose e quelle meno, il Medio Campidano (100mila abitanti) registra la produzione di 37mila tonnellate di rifiuti, con un'ottima quanti differenziata: 24637 per cento (246 chili pro capite). Da parte sua, la provincia di Olbia-Tempio (160mila abitanti) produce 114mila tonnellate di rifiuti delle quali soltanto 46mila (288 chili pro capite) vengono differenziate.

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