La Nuova Sardegna

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L’Anm: ministro troppo ottimista

L’Anm: ministro troppo ottimista

La protesta degli avvocati: «Ormai siamo diventati i nuovi poveri»

31 gennaio 2016
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CAGLIARI. L’Associazione nazionale magistrati non condivide le valutazioni e le previsioni ottimistiche diffuse dal Guardasigilli sullo stato della giustizia italiana. Aperto con un ricordo dello scomparso procuratore capo Carlo Piana («grande giudice e grande pubblico ministero»), l’intervento del segretario della giunta sarda dell’Anm Mauro Grandesso ha assunto toni fortemente critici soprattutto riguardo al problema eterno degli organici: «La carenza di personale è inaccettabile - ha detto Grandesso - e limita gravemente il lavoro della magistratura. Per fare un solo esempio, l’ufficio gip-gup che dirigo ha emanato nel corso dell’anno quattromila decreti penali di condanna ma la cancelleria non è stata in grado di notificarli». Grandesso ha fatto riferimento al problema dei profughi, definendolo per gli effetti sul tribunale «un’emergenza non gestibile».

«Profondo disagio» è stato espresso dalla presidente dell’Ordine forense distrettuale Rita Dedola per i problemi enormi che attanagliano l’avvocatura. «Ormai siamo i nuovi poveri, viviamo in coda davanti agli uffici amministrativi - ha detto Dedola - in attesa che cancellerie prive di mezzi e di personale sbrighino le pratiche che ci riguardano». Durissima l’analisi dell’avvocato Dedola, che ha parlato di udienze penali disorganizzate e di un processo civile telematico ancora in forte ritardo a causa di enormi problemi tecnici. Rita Dedola ha espresso la preoccupazione dell’Ordine distrettuale per l’annunciata soppressione della sezione staccata di Sassari della Corte d’Appello e dei tribunali che il governo considera inutili: «Posso dire che i cinquemila avvocati sardi chiedono la conservazione dello status» e quindi respingono la nuova geografia giudiziaria proposta dal Guardasigilli.

Molto polemico l’intervento dell’avvocato Gianni Carrus, che ha difeso con forza la sopravvivenza del tribunale di Lanusei: «Le soluzioni sono altre - ha detto - non la cancellazione di un presidio importantissimo come quello attuale. La giustizia non si fa coi numeri - ha detto ancora Carrus - rivolgendosi al presidente Grazia Corradini - e se davvero la sede di Lanusei sarà accorpata si aprirà una stagione di lotta anche contro la magistratura». Ha aggiunto Carrus: «C’è un insuperabile problema legato ai trasporti, per andare da Lanusei a Cagliari servono cinque ore e dai paesi vicini anche sette o otto. Non è pensabile che un territorio dove l’anno scorso si sono purtroppo verificati sei omicidi, tutti ancora impuniti, venga abbandonato a se stesso, privato degli indispensabili uffici giudiziari. Su questa posizione i 130 avvocati del Foro di Lanusei non sono disposti ad arretrare di un solo millimetro». (m.l)

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