Addio a Delogu sindaco di Cagliari e leader della destra
Senatore per 12 anni e dirigente calcistico, aveva 83 anni Avvocato di fama, si occupò dei casi Kassam e Manuella
CAGLIARI. Avvocato, sindaco, senatore, dirigente sportivo. Cagliari ha perso una delle principali figure del suo dopoguerra. Dopo una lunga malattia Mariano Delogu è morto ieri mattina all’ospedale Santissima Trinità. Avrebbe compiuto 83 anni il 28 settembre. La notizia della sua scomparsa ha fatto subito il giro della città a cui Delogu era legato attraverso i suoi molteplici impegni professionali, sportivi e politici. Il futuro sindaco, in realtà, era nato a Borore, il paese originario del padre Umberto, ma viveva a Cagliari sin da quando era bambino. E, infatti, ieri pomeriggio centinaia di persone gli hanno voluto portare l’ultimo saluto nella camera ardente allestita nel Palazzo civico di via Roma. Un omaggio che proseguirà oggi dalle 8 alle 14. Poi alle 15.30 il funerale nella basilica di Bonaria.
Sindaco amatissimo. Uomo di destra, più repubblicano vecchia maniera che tipico berlusconiano, Delogu decide di buttarsi in politica proprio nello stesso anno della discesa in campo dell’ex Cavaliere. Tre mesi dopo la prima storica vittoria alle politiche di Forza Italia. Che in Sardegna, però, ha difficoltà ad affermarsi, tanto che nello stesso giugno alle regionali si impongono i Progressisti di Federico Palomba. Ma a Cagliari la sinistra si deve arrendere proprio a Mariano Delogu, che batte al ballottaggio il candidato Pds, Carlo Ciotti. Uno scenario che si ripete nel 1998 ma senza neanche passare dal ballottaggio: Delogu viene confermato al primo turno con il 57 per cento dei voti, lasciando l’Ulivo al 27.
No alla Regione. Un trionfo che spinge i vertici del centrodestra a chiedergli di candidarsi alla guida della Regione, ma lui, riconfermato da solo un anno, rifiuta. «Gli elettori non capirebbero». Nel 2001, però, non può dire di no e lascia la fascia tricolore per candidarsi al Senato sotto le insegne di Alleanza nazionale. Per Delogu è un nuovo plebiscito. A Palazzo Madama sarà riconfermato sia nel 2006 che nel 2008. Nel mezzo, nel 2005, la sconfitta alle provinciali di Cagliari contro il centrosinistra di Graziano Milia, unico ko della sua ventennale carriera politica.
Da An al Pdl. Nel frattempo il centrodestra si è unito sotto la sigla del Pdl e Delogu non solo accetta di farne parte, ma ne diventa il coordinatore regionale. Sotto la sua dirigenza il centrodestra riconquista la Regione con Ugo Cappellacci, ma tre anni dopo lo choc per la sconfitta del Pdl alle comunali di Cagliari contro Massimo Zedda e le tensioni con il governatore lo spingono a lasciare il timone del partito. Pochi mesi dopo lascerà anche il Pdl e aderirà, ma solo in Senato, al Centrodestra nazionale, ovvero il futuro Fratelli d’Italia. Ma quella adesione sarà il suo ultimo impegno in politica, un’esperienza che chiuderà con la fine della legislatura.
La presidenza del Cagliari. Ma non è (solo) la politica la grande passione di Delogu. C’è anche il Cagliari, il suo Cagliari. Dirigente negli anni a cavallo dello scudetto, ne diventa presidente nel 1976. È l’anno della retrocessione in B, ma sotto la sua presidenza tre anni dopo i rossoblù si riprendono la A. Lascia nel 1981, ma resta a fare parte della dirigenza e la sua presenza, insieme a quella di Gigi Riva, si rivelerà fondamentale nel momento più buio della storia del Cagliari. Anni difficili che serviranno a gettare le fondamenta per la svolta dei fratelli Orrù con Claudio Ranieri in panchina.
Uomo di sport. Non solo Cagliari. Dal 1987 al 2006 Delogu è consigliere federale della Federcalcio, ricoprendo per alcuni mesi anche la carica di vicepresidente della federazione. Dal 1990 al 2002 fa parte anche del Jury d’Appel della Uefa.
Avvocato di fama. Prima di tutto, però, Delogu era un avvocato. Una professione-passione ereditata dal padre Umberto. La madre, Carmela Von Stackelberg, era invece una baronessa estone che incontrò il futuro marito sulla spiaggia di Cagliari alla fine degli anni Venti. Si sposarono a Parigi e poi rientrarono in Sardegna, dove Umberto diventò uno dei principali avvocati del foro di Cagliari. Il figlio Mariano iniziò a lavorare subito dopo la laurea, negli anni Cinquanta. Sessant’anni trascorsi nello studio di fronte al tribunale: tra i casi più importanti il processo Kassam, dove Delogu assisteva la famiglia del bambino rapito a Porto Cervo, e il caso della sparizione dell’avvocato Gianfranco Manuella. Una passione, quella per la professione ora ereditata anche dai figli Roberto e Massimo, che non abbandonò neanche negli anni dedicati alla politica.
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