Riciclaggio, Cicu rinviato a giudizio
L’europarlamentare di Fi affronterà il processo assieme ad altri 16 imputati. Al centro dell’inchiesta il denaro di due clan
CAGLIARI. L’europarlamentare Salvatore Cicu va a giudizio insieme agli altri sedici, sarà il collegio della prima sezione del tribunale a stabilire se l’autorevole esponente del centrodestra è colpevole di aver partecipato al riciclaggio di denaro della camorra come sostiene il pm Emanuele Secci. La decisione del gup Cristina Ornano è arrivata a fine mattinata, dopo le arringhe degli avvocati Michele Schirò e Roberto Sorcinelli. Prima udienza del dibattimento pubblico il 25 novembre. Con Cicu vanno all’esame del tribunale le posizioni dei soci nella Tu.ri.cost, l’ex capogruppo forzista a Sestu Paolo Cau e l’ex sindaco Luciano Taccori. I tre dovranno rispondere di concorso in ricettazione e riciclaggio di denaro proveniente da traffici di droga gestiti dai clan camorristici dei Casalesi e dei D’Alessandro. Accuse confermate anche per gli altri quattordici indagati, tutti per l’accusa legati alla criminalità campana. Per il pm Secci l’ex viceministro Cicu e gli altri due indagati sardi erano consapevoli di condurre una trattativa con personaggi legati alla camorra, personaggi i cui precedenti erano pubblici. Dunque per il magistrato e per il Gico della Guardia di Finanza, il potente politico quartese sarebbe stato insieme a Taccori socio occulto della “Tu.ri.cost srl” costituita nel 2001 con sede a Sestu, amministrata da Cau, che secondo l’accusa avrebbe ceduto ai camorristi l’area di Villasimius dove poi verrà realizzato il resort S’Incantu in cambio di un milione e 30 mila euro, incassati in assegni e in contanti con la piena consapevolezza della provenienza. A confermarlo il fatto che, a portare a Cagliari una parte dei soldi, 400mila euro chiusi in una borsa, sia stato il noto camorrista Gennaro Chierchia, in seguito rimasto ucciso in un agguato a Gragnano. Altri soldi sono arrivati in Sardegna, secondo l’indagine, attraverso un giro di società organizzato per schermare l’operazione illegale. Con la somma incassata Cicu – stando al capo d’imputazione – avrebbe pagato debiti e acquistato l’appartamento cagliaritano di via Pitzolo dove si trova il suo studio. Le indagini della Guardia di finanza erano partite nel 2010 da una sequenza di operazioni societarie compiute nel settore immobiliare turistico. Seguendo il flusso del denaro gli uomini del Gico hanno messo insieme documenti e atti utili a ricostruire una gigantesca attività di riciclaggio. Il rinvio a giudizio riguarda, oltre i tre sardi, Alessandro Coronella, Antonino Di Martino, Luisa Di Martino, Alessandro Falco, Nicola Fontana, Rosa Fontana, Rosa Garofalo, Sabino Gioia, Angela Miccio, Luciano Passariello, Bartolomeo Piccolo, Gilda Piccolo, Salvatore Venturino e Antonio Vietri. Tra i difensori, gli avvocati Guido Manca Bitti, Agostinangelo Marras, Franco Luigi Satta, Roberto Sorcinelli, Rita Dedola e Alberto Cocco Ortu. (m.l)