La Nuova Sardegna

Scontri a Sassari. Cagliari: «Noi parte lesa»

di Stefano Ambu
Scontri a Sassari. Cagliari: «Noi parte lesa»

Anche il presidente Giulini al vertice in prefettura dopo l’assalto ultrà: «Ci dissociamo dai violenti»

31 marzo 2017
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CAGLIARI. Tavolo permanente coordinato dalla prefettura per evitare che si ripetano scontri e guerriglia come quelli di sabato a Sassari e per costruire un futuro di pace e sport. Prefettura che chiede al Cagliari di isolare i gruppi di tifosi pericolosi. E il club rossoblù che gioca d'anticipo con un lungo comunicato pubblicato sul suo sito mentre sta iniziando a piazza Palazzo il maxi vertice. Sono i tre punti chiave dell'incontro: protagonisti, insieme a prefettura e club, anche guardia di finanza, carabinieri, questura e Regione con l'assessore allo Sport Giuseppe Dessena. Il presidente del Cagliari Tommaso Giulini, quando esce dalla riunione iniziata poco dopo le 16, risponde riepilogando e rimandando ai concetti della nota. Che, in buona sostanza, sono quattro o cinque. Primo: il Cagliari già pensa a prevenzione e educazione dei tifosi con tante iniziative. E anche il nuovo stadio sarà costruito in modo tale da favorire «un ambiente nuovo e accogliente che contribuirà ad aumentare il clima di tifo sano e di divertimento, assolutamente lontano da fenomeni di rabbia o violenza». Secondo: il club non può fare nulla contro la criminalità quando questa si manifesta. Terzo: distanza dai fatti di Sassari. «Non hanno nulla a che fare con lo sport. Il Cagliari Calcio si dissocia totalmente e condanna ogni episodio di violenza. In particolare è opportuno rimarcare come in questa triste vicenda il Cagliari e i suoi tifosi siano la parte lesa: tutto ciò che è derivato da quei fatti non può che danneggiare l'immagine e il lavoro della società». Il prefetto Giuliana Perrotta ha esordito spiegando che l'obiettivo è non farsi trovare impreparati. E in quest'ottica va inquadrato il tavolo permanente. «Abbiamo deciso – dice – di portare avanti un piano di azioni positive per cercare di contrastare questa radicalizzazione del tifo. L'occasione potrà essere il 6 aprile quando c'è la festa mondiale dello sport. Abbiamo organizzato con la partecipazione di tanti sportivi tra cui Gigi Riva un momento di affermazione dello sport nella maniera più pulita possibile». Un nuovo mondo. «Noi abbiamo chiesto al Cagliari Calcio di cercare di isolare i gruppi di tifosi più scalmanati – afferma – loro sono determinati nel farlo, infatti si ritengono le prime vittime. Questi gruppi credo che non siano una formazione recente e sono ben radicati sul territorio, serve una risposta complessiva della società civile". Anche la Regione in campo. «Abbiamo chiesto al Cagliari di ragionare insieme per costruire momenti educativi, che facciano comprendere che la violenza va isolata – dice Dessena –. Lo sport deve essere passione ed educazione alla convivenza civile, noi come Regione e come assessorato siamo pronti a fare la nostra parte».

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