La Nuova Sardegna

Sposa lasciata sull'altare a Sorso, 7 lezioni di vita da una storia di paese - Parliamone

di Daniela Scano
Sposa lasciata sull'altare a Sorso, 7 lezioni di vita da una storia di paese - Parliamone

Una vicenda diventata molto più grande di quanto gli stessi protagonisti immaginassero la traumatica mattina di un matrimonio andato a monte

29 giugno 2017
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Che cosa ci insegna la vicenda della promessa sposa di Sorso abbandonata dal futuro marito a pochi passi dall’altare? Ci sono almeno sette lezioni di vita racchiuse in una storia di paese che, in attesa di diventare memorabile per la piccola comunità, è diventata molto più grande di quanto gli stessi protagonisti immaginassero la traumatica mattina di un matrimonio andato a monte.

La prima lezione è che, come spesso capita dopo una goffa caduta di qualcuno in pubblico, il primo istinto di chi assiste è quello di soccorrere il malcapitato ma il secondo è quello di sorridere della sua disavventura.

La seconda lezione ce l’ha data la sposina delusa. La storia insegna che le grandi crisi possono diventare, se ben gestite dai protagonisti, ottime e inaspettate opportunità. Nel caso di Nadia, queste chances sono state mediatiche. Nel suo corso di sopravvivenza dopo lo choc da cerimonia annullata, Nadia è stata velocissima a svestire l’abito da sposa e a indossare quello della star televisiva. Ma anche questi panni le devono essere sembrati scomodi se oggi, dopo poche ore sotto i riflettori, confessa di essersi stancata e di volere tornare al suo abbigliamento di persona normale.

La terza lezione ce l’ha impartita il mancato sposo, ma è una vecchia storia. Da che mondo è mondo, quando non riescono a tirarsi fuori da un rapporto sentimentale finito male, gli uomini ne inventano di tutti i colori. Il soldato di Ittireddu non fa differenza e, come John Belushi in una memorabile scena di “The blues brothers”, nel tentativo di smarcarsi dalla incresciosa situazione ha sparato l’intero arsenale delle giustificazioni inverosimili. Nel caricatore è rimasta la spiegazione più banale e più comprensibile, seppure attuata con crudeltà nei tempi e nei modi: il soldato aveva cambiato idea e non voleva più sposarsi. Capita anche nelle migliori famiglie e bastava dirlo prima.

La quarta lezione l’ha data la sconosciuta wedding planner di Sorso, capace di trasformare a tempo di record un banchetto nuziale in un pranzo memorabile di addio al matrimonio. Per farlo è bastato tirare via dalla torta l’agghiacciante statuina di lei che porta al guinzaglio il suo lui.

La quinta lezione ce la siamo data noi tutti che non riusciamo ad ascoltare la storia di una coppia che scoppia senza schierarci con uno dei due, ma che siamo anche capaci di abbandonarlo al suo destino se ci delude. Se poi a deludere le aspettative è una donna, guai per lei. Nella storia del matrimonio annullato a Sorso, dopo uno tsunami di solidarietà e una valanga di ammirazione per l’aplomb post-abbandono della sposina, appena ha scoperto che lei ha “addirittura” 39 anni e lui “solo” 24, l’universo del web si è spaccato. I giustizialisti sentimentali sono stati implacabili (soprattutto le donne) con lui ma soprattutto con lei: troppo grande, voleva irretire il ragazzino, ben le sta, chissà la mamma di lui quanto ha sofferto. Come se, a 24 anni, un uomo (in questo caso anche soldato che dovrebbe difenderci da ben altri pericoli) non sia abbastanza adulto davanti a una donna con le idee chiare.

La sesta lezione ce l’ha data il mondo della informazione nazionale, che troppo spesso ignora la Sardegna e i suoi gravi problemi, ma su questa storia si è buttato a capofitto allestendo a tempo di record il suo circo mediatico.

La settima lectio magistralis l’hanno data il soldato e la sposina mancata. Se il grande amore esiste, questo era un calesse. Anzi, un carro armato.
 

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