La Nuova Sardegna

Telefonata sospetta del pluriergastolano Gallico, il pm dice no al permesso premio

di Gianni Bazzoni
Telefonata sospetta del pluriergastolano Gallico, il pm dice no al permesso premio

Detenuto a Bancali, voleva far visita alla madre in Calabria. Una strana telefonata al fratello fa temere progetti di evasione o gesti eclatanti

04 marzo 2018
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Ora si sa qual è l’elemento più grave che ha spinto il procuratore capo della Repubblica di Sassari Gianni Caria a chiedere al magistrato di sorveglianza di rivalutare la concessione del permesso al pluriergastolano Domenico Gallico, 60 anni, boss della ’ndrangheta detenuto nel carcere sassarese di Bancali e sottoposto al regime del 41 bis. Una telefonata avvenuta cinque giorni dopo la concessione del permesso (il contenuto è stato anticipato ieri dal Corriere della Sera), un colloquio tra il detenuto e il fratello Carmelo (sorvegliato speciale) ascoltato dal personale che – come da regolamento – ha l’incarico di monitorare eventuali “disposizioni” dei boss che partono dall’interno del carcere. Il contenuto di quella chiamata mensile è stato poi trasmesso ai vertici dell’amministrazione penitenziaria.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:sassari:cronaca:1.16534168:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/02/28/news/condannato-a-7-ergastoli-ottiene-il-permesso-per-tornare-a-casa-dalla-madre-1.16534168]]

Domenico Gallico si è prima informato sulle condizioni di salute dell’anziana madre, Lucia Giuseppe Morgante di 91 anni (proprio per andare a trovare la donna, il detenuto ha ottenuto il permesso di un’ora, con accompagnamento da Sassari a Palmi sotto scorta), poi è passato ad altro. Al fratello annuncia che «a breve arriverà il permesso» e raccomanda «di non farsi trovare impreparati». Ma entra anche più nello specifico, Domenico Gallico, e chiede «come si sta organizzando», insomma «di non aspettare all’ultimo momento». Da Carmelo arrivano risposte rassicuranti per il fratello: dice che si sta occupando di tutto e di avere già interessato anche gli avvocati.

Il dialogo tra fratelli, considerato anche il curriculum del detenuto, condannato a sette ergastoli più altri 25 anni per un delitto commesso quando era ancora minorenne, più altre condanne per mafia e reati connessi, oltre all’aggressione in carcere al pubblico ministero che indagava sul suo conto, hanno fatto scattare l’allarme. Perché dietro la richiesta (già autorizzata) di andare a visitare l’anziana madre potrebbe anche nascondersi dell’altro, compreso il tentativo di evasione, oppure qualche azione eclatante. Inoltre – secondo quanto trapelato – l’incontro familiare avrebbe dovuto svolgersi nella casa di Palmi (confiscata perché considerata provento di attività illecite) dove in passato era stato anche scoperto un bunker che sarebbe servito per nascondere i latitanti. Una situazione pericolosa, anche a parere del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Gaetano Paci, tra i più preoccupati dell’evoluzione della situazione. E in considerazione della gravità della situazione, il questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi ha sottolineato per iscritto che l’incontro madre-figlio, eventualmente, non dovrebbe svolgersi in casa ma in un luogo più sicuro, come la caserma dei carabinieri che dista poco dall’abitazione dei Gallico. Ora l’ultima parola spetta al Tribunale di sorveglianza di Sassari.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative