La Nuova Sardegna

I bonsai diventano bonsardi: souvenir speciali dall’isola

Antonello Palmas
I bonsai diventano bonsardi: souvenir speciali dall’isola

L’idea di un florovivaista: essenze mediterranee proposte in versione mini: Da Santa Maria La Palma i vasetti spediti con istruzioni, assistenza su WhatsApp

01 aprile 2018
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ALGHERO. L’idea gli è venuta soltanto osservando la natura della Sardegna. Per Maurizio Puma, florovivaista siciliano trapiantato a Vigevano, è stata come un’illuminazione: quelle piante sono ideali per creare dei bonsai, come già sanno diversi appassionati e hobbisti. Ma può divenire anche un business. Nascono così i “Bonsardi”, che con un efficace gioco di parole propongono in salsa isolana l’antichissima arte orientale, ma utilizzando solo essenze del mediterraneo. Con la compagna ha creato un’azienda che produce vasetti racchiusi in gradevoli confezioni traspiranti che possono anche essere spedite fuori dall’isola, persino all’estero. Un’isola in vasetto da curare con amore come un ricordo, un concentrato di colori e profumi della Sardegna da tenere in casa che risulta apprezzatissimo.

«Quasi ovunque il bonsai viene prodotto utilizzando piante di origine asiatica, come da tradizione – spiega Maurizio – . Ma sono tutte essenze che non conosciamo, lontane dalla nostra cultura e dalla nostra sensibilità. È cominciato tutto quasi per gioco quattro anni fa. Grazie al mio lavoro ho un occhio allenato per la natura. E da forestiero (venivo dalla pianura padana) ho notato subito le caratteristiche della macchia mediterranea, il cui fascino ha forse una valenza diversa per chi viene da fuori rispetto a chi la vede tutti i giorni. Profumi intensi, colori e bacche particolari, foglie lucide e sempre verdi, compattezza. Tutti pregi per l’arte del bonsai, e che le vostre piante hanno naturalmente».

L’idea ha attecchito in fretta: «Fare dei souvenir per turisti con i bonsai – spiega Puma –. Io e la mia compagna abbiamo cominciato l’attività a Carloforte, ma a causa dei problemi di approvvigionamento idrico di recente ci siamo spostati a Santa Maria La Palma, vicino ad Alghero. Produciamo confezioni trasportabili di una quindicina di piante. Quelle più apprezzate sono mirto e corbezzolo, perché le più conosciute al pubblico. Chi è più esperto di botanica è attratto da ginepro, assenzio, quercia da sughero, oppure da elicriso ed erica arborea, le più difficili da far crescere in vasetto». I costi? Con 20-25 euro si può avere una pianta.

I Bonsardi finiscono ovunque, per lo più in “continente” ma anche oltre i confini nazionali, nelle case di chi è stato nell’isola o ha scoperto i bonsai dall’anima nuragica sul web: «Chiaro che nelle regioni fredde ci sono più difficoltà nella cura – dice Maurizio – perché le piante mediterranee hanno più bisogno di solarizzazione». La promozione è affidata al passaparola o a facebook. «Le difficoltà sono legate all’assenza di contributi per questo genere di attività e dalla scarsa collaborazione, ne avremmo bisogno per ampliare l’attività: puntiamo a 10mila piante, un numero che ci consentirebbe di stare bene sul mercato».

Molti i giovani che si avvicinano alle esposizioni in occasione di manifestazioni cui veniamo invitati, c’è un grande interesse e a tutti diamo informazioni». Nelle confezioni dei Bonsardi ci sono anche le istruzioni base e persino un numero Whatsapp: se ci sono problemi o dubbi basta mandare una foto della pianta per ottenere assistenza tecnica. «Facciamo tutto con grande passione – spiega Maurizio –. A tutti ricordiamo che si tratta comunque di un essere vivente, e non di un oggetto da esporre e occorre una particolare sensibilità. La cura di un bonsai ha alle spalle molto della filosofia Zen: insegna ad aspettare».

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