La Nuova Sardegna

I cinesi vogliono investire in Sardegna: arriva il fondo Fosun

Umberto Aime
L'ex arsenale di La Maddalena
L'ex arsenale di La Maddalena

Una delegazione incontrerà il governatore Pigliaru e Confindustria. Interesse per l'arsenale alla Maddalena, la scuola di Foresta Burgos e per le ex servitù a Calamosca

11 maggio 2018
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CAGLIARI. Se il 2016 è stato l’anno del dragone, quello in corso potrebbe essere ancora più celestiale nei rapporti fra la Sardegna e il colosso Cina. Domani arriva, a Cagliari, una delegazione di «Fosun International». Nome sconosciuto ai più, invece considerato dalla Finanza mondiale il primo investitore privato della Repubblica popolare. Sbarca con l’intenzione di sondare se «dalle vostre parti ci sono le condizioni per far fruttare i miliardi che abbiano in cassa».

A guidare «Fosun» è Guo Guangchang, 51 anni, nato da una famiglia di contadini e oggi considerato dalla rivista Forbes uno degli uomini d’affari più ricchi al mondo. Nel 2018 gli è stato accreditato un patrimonio stratosferico: 8,7 miliardi di dollari. A rappresentarlo, sarà la vicepresidente della holding, Julia Gu, che nell’organigramma è considerata l’unica autorizzata a proporre al capo i migliori investimenti da realizzare nei Cinque continenti.

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La Sardegna potrebbe rientrare o no fra i territori prescelti? È possibile, tant’è che la delegazione incontrerà presidente e vicepresidente della Regione, Francesco Pigliaru e Raffaele Paci, il vertice di Confindustria Sardegna e altri imprenditori. Cosa sarà proposto al fondo «Fosun», che quest’anno agli azionisti internazionali s’è presentata con un fatturato intorno ai 14 miliardi di euro e 1,7 miliardi di utile? L’offerta potrebbe essere quella d’investire nel turismo, è l’asset del momento per la Cina, e il catalogo dovrebbe spaziare dalle cittadella del mancato G8 di La Maddalena alle ex servitù militari affacciate sul golfo di Cagliari, a Calamosca. Ma anche l’ormai sbaraccata Scuola della polizia a cavallo, a Burgos, o altre eccellenze ambientali che la Sardegna finora non è riuscita a far fruttare.

Sulla costa del sud «Fosun» aveva già puntato qualche mese fa, quando s’era dichiarata pronta a gestire il Tanka Village di Villasimius, per essere poi battuta da Alpitour con l’ultima offerta. Ma l’isola dei centenari, per riprendere il titolo di un documentario sull’Ogliastra della Tv pubblica cinese, è rimasta comunque nei pensieri degli azionisti della holding, che dal 1992 spopola alla Borsa di Shangai.

La Sardegna è ancora un loro pallino per un bel po’ di motivi e sono tutti legati all’anno del dragone. A cominciare dalla tappa, nel 2016 a novembre fra Cagliari e Nora, del presidente della Repubblica popolare Xi Jinping ed è proprio da quel momento in poi che la Sardegna è diventata una celebrità a Pechino. Poi, sempre nel 2016 ma qualche mese prima, va ricordata anche l’apertura, nel Centro ricerche di Pula, del laboratorio misto fra Huawei, holding mondiale delle telecomunicazioni, e il Crs4. Anche questo è servito a far aumentare le referenze dei sardi fra i cinesi che contano.

In più, come sanno in molti, l’ambasciatore italiano a Pechino è dal 2015 il sardo Ettore Francesco Sequi, nato a Ghilarza e laurea a Cagliari. Bene, è proprio lui, in Cina, a sponsorizzare le bellezze della sua terra d’origine e pare che anche stavolta abbia svolto avuto ruolo decisivo nel favorire l’arrivo della delegazione di «Fosun», Perché come ha scritto il presidente Cuangchang nell’ultima lettera agli azionisti: «Noi oggi investiamo per la felicità della nostra gente e lo faremo dovunque ci sarà data l’opportunità di farlo».

Finora «Fosun» ha comprato un grattacielo a New York dalla JpMorgan, l’enorme ex sede dell’Unicredit a Milano, dove Dolce&Gabbana vorrebbero aprire due alberghi super lusso, e l’isolotto di Hainan, ribattezzato «le nostre Hawaii» dai miliardari cinesi. Ancora: controlla da tempo la Thomas Cook, è fra i più forti tour operator internazionali, una banca d’affari in Germania, due in Portogallo e diversi gruppi finanziari nel mondo.

Oltre ad aver nel pacchetto anche acciaierie, fabbriche che producono alta tecnologia, un’industria farmaceutica in India e la città della scienza di Shangai dove studiano come vincere la guerra contro il cancro in cui tra l’altro sarebbero a buon punto, «Fosun» soprattutto è proprietaria del Club Mediterranee, della più antica azienda di lingerie, la francese Lanwin, dell’esclusiva sartoria italiana Caruso, della squadra inglese Wolferhampion, neo promossa in Premier league, e persino del venticinque per cento del mitico Cirque du soleil, quello senza gli animali in gabbia. Chissà se prima o poi anche la Sardegna riuscirà a far parte di questo favoloso mondo. Il mondo di Mister Guo.
 

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