La Nuova Sardegna

Il falso pecorino Crotonese da Thiesi al Nord America

di Luca Fiori
Il falso pecorino Crotonese da Thiesi al Nord America

Frode in commercio: indagati il titolare di un caseificio e una imprenditrice

28 settembre 2018
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THIESI. Di Crotonese aveva solo il nome, stampato su etichette con dati non veritieri. Ma il luogo di produzione del formaggio - che a tonnellate prendeva il volo destinazione Canada e che il marchio “Dop” avrebbe dovuto proteggere dalle contraffazioni - non era la Calabria, ma uno stabilimento caseario di Thiesi, in pieno Meilogu.

Una frode in commercio che secondo la Procura della Repubblica di Sassari sarebbe andata avanti per anni e che solo nel 2018 avrebbe fruttato circa 80mila euro. Nel registro degli indagati, al termine di un’articolata attività investigativa durata alcuni mesi sono finiti due imprenditori del centro del Meilogu che i giorni scorsi hanno ricevuto nei rispettivi stabilimenti la visita dei militari del Nas di Sassari. L’accusa di frode in commercio aggravata e continuata è stata contestata a Paolo Mannoni, thiesino di 67 anni, residente a Montecarlo, titolare di un noto caseificio e alla sua compaesana Paola Contini, 64 anni, amministratrice della Sargra Srl, un’azienda di Thiesi che si occupa della commercializzazione del formaggio, compreso quello finito sotto la lente d’ingrandimento della Procura. Dalle indagini della magistratura sarebbe emerso che dalla Sardegna verso il Nord America sarebbero partite centinaia di forme di comune formaggio ovino etichettato e poi venduto come “Pecorino Crotonese Dop”. Un lucroso traffico disarticolato dai carabinieri del Nas che - con fiuto da roditori - per mesi hanno seguito le strade che il finto pecorino prendeva una volta uscito dagli stabilimenti della provincia di Sassari.

L’indagine per frode era scattata alcuni mesi fa, dopo l’esposto presentato dal presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Crotonese Dop, un formaggio pregiato e molto apprezzato all’estero, che dal 2014 ha ottenuto il riconoscimento del marchio “di origine protetta” che dovrebbe tutelarne la produzione. Nel corso del blitz eseguito nel caseificio di Thiesi i carabinieri del Nas, guidati dal luogotenente Gavino Soggia, hanno rinvenuto nella linea di imballo e spedizione dei formaggi diverse bobine di etichette con i dati commerciali fraudolenti riferiti al pecorino crotonese, formaggio che può essere prodotto solamente nelle province di Crotone, Cosenza e Catanzaro.

Secondo il disciplinare del Pecorino Crotonese Dop il latte utilizzato per produrlo può essere anche inoculato di fermenti lattici autoctoni, può subire termizzazione o pastorizzazione prima di essere fatto coagulare con caglio di capretto.

Di certo non può essere prodotto in Sardegna, con latte ovino proveniente da allevamenti dell’isola come avrebbero fatto - secondo le accuse dei Nas - i due imprenditori thiesini finiti sotto inchiesta.

Stando alla documentazione commerciale sequestrata dai carabinieri del nucleo anti sofisticazioni, solamente nell’ultimo anno e per un solo importatore canadese, la frode avrebbe interessato più di otto tonnellate di formaggi che avrebbero superato l’oceano, per un giro d’affari di quasi 80mila euro. Ieri mattina i militari del Nas hanno presentato una dettagliata informativa negli uffici della Procura della Repubblica di Sassari, ma l’indagine è solo all’inizio.

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