La Nuova Sardegna

Giornalisti, flash mob in difesa dell'informazione

Il flash mob dei giornalisti in piazza Palazzo (foto Mario Rosas)
Il flash mob dei giornalisti in piazza Palazzo (foto Mario Rosas)

Anche a Cagliari come negli altri capoluoghi italiani la manifestazione dopo le dichiarazioni di Di Battista e Di Maio seguite alla sentenza di assoluzione della sindaca di Roma Virginia Raggi

13 novembre 2018
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CAGLIARI. Un centinaio di giornalisti in piazza anche a Cagliari per protestare contro gli insulti di alcuni esponenti del Movimento 5 stelle dopo l'assoluzione della sindaca di Roma Virginia Raggi. Dal web alle televisioni, dalla radio ai giornali, dalle agenzie di stampa agli uffici stampa: pubblicisti e professionisti si sono schierati in semicerchio davanti al palazzo Viceregio, sede della Prefettura, e hanno mostrato cartelli con la scritta «Giù le mani dall'informazione».

Presenti, tra gli altri, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda e il vicepresidente della Regione Raffaele Paci. «C'è chi non conoscendo il congiuntivo, si rifugia nell'imperativo - ha detto il presidente regionale dell'Assostampa Celestino Tabasso - Attenzione ai nuovi paladini della libertà di stampa: non dimentichiamo - ha ricordato il numero uno del sindacato sardo di categoria - che tra loro c'è chi ha cacciato Enzo Biagi. Abbiamo respinto l'editto bulgaro, ora facciamo lo stesso con l'editto di Avellino». Giornalisti, dunque, sempre nel mirino. «La differenza tra il vecchio assalto e il nuovo - ha spiegato Tabasso - è che prima si voleva condizionare la stampa, ora invece vogliono spazzarla via per sostituirla con la propaganda».

«Siamo molto preoccupati - ha chiarito il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Sardegna Francesco Birocchi - Veniamo indicati come nemici da combattere. E questi atteggiamenti non promettono niente di buono: preludono sempre a provvedimenti antidemocratici e anti liberali».

Le istituzioni sarde sono sensibili al tema. «La libertà di stampa e il diritto all'informazione sono capisaldi irrinunciabili di ogni democrazia e vanno tutelati e protetti nell'interesse di ciascuno di noi - ha ribadito Paci fermandosi a parlare con i vertici di Assostampa e Ordine - In questi giorni abbiamo assistito a bordate di una violenza inaudita. È inaccettabile che un ministro minacci in modo così volgare la libertà di stampa, che è un caposaldo costituzionale. Gli attacchi all'informazione sono sempre da respingere e condannare. Ma, oggi più che mai, nel momento in cui offese e minacce arrivano dal vicepresidente del Governo».

La Federazione Nazionale della Stampa ha organizzato flash mob nei capoluoghi di regione, ricevendo anche adesioni dai colleghi di Bruxelles e Londra, con lo slogan «Giù le mani dall'informazione».

Dalle piazze è partito un coro unanime dopo le dichiarazioni di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista contro i giornalisti seguite alla sentenza di assoluzione per Virginia Raggi. Dopo le prese di posizione ieri delle principali cariche istituzionali, oggi interviene anche L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. «Ogni attacco agli organi di stampa - afferma - rischia di ledere il principio costituzionale di libera manifestazione del pensiero, che è alla base del pluralismo dell'informazione e del diritto di cronaca e di critica».

Le principali manifestazioni a Roma, in piazza dei Santi Apostoli alla presenza dei vertici della Federazione, e a Milano in via Vivaio. Presidi anche ad Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Bolzano, Cagliari, Campobasso, Firenze, Genova, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Potenza, Reggio Calabria, Torino, Trieste, Venezia.

Non si è fatta attendere la reazione del Movimento 5 Stelle. «È partita la difesa corporativista, puerile, patetica, ipocrita, conformista e oltretutto controproducente di una parte del sistema mediatico - sottolinea Alessandro Di Battista -. Quando per orgoglio e malafede non sanno chiedere scusa per le menzogne scritte sulla Raggi, per la difesa a spada tratta di un sistema morente, per aver avallato il neoliberismo e tutte le sue nefandezze, partono con la solita litania: 'giù le mani dall'informazionè». «Se fossi un giornalista prenderei le distanze da chi inventa i fatti e fa il tiro al bersaglio», aggiunge il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

 

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