La Nuova Sardegna

Sos scuole in Sardegna, Biancareddu: «Nessuna chiuderà»

Sos scuole in Sardegna, Biancareddu: «Nessuna chiuderà»

Calo degli iscritti e paletti ministeriali, l’assessore esclude tagli di istituti. Possibili accorpamenti o autonomie ridotte «Ma solo nelle grandi città»

11 ottobre 2019
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SASSARI. Nessuna scuola spegnerà la luce. Anche le più piccole, anche i minuscoli presìdi popolati da una manciata di alunni continueranno ad aprire la porta ogni giorno e a garantire il diritto all’istruzione. Lo dice l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Andrea Biancareddu. Anzi lo ribadisce: in una intervista alla Nuova rilasciata alla fine di agosto, l’esponente della giunta Solinas aveva infatti garantito che nonostante il calo delle iscrizioni (quest’anno gli alunni sono meno di 200mila) e i rigidi paletti imposti dal Ministero, i tagli sarebbero stati evitati. Dalla materna alle scuole superiori, l’assessore si era detto certo della sopravvivenza di tutti gli istituti. Un concetto che ora ribadisce, in seguito all’allarme suscitato dalla bozza del piano di dimensionamento scolastico regionale che mette in fila numeri preoccupanti.

Al punto che diverse autonomie – circa una ventina – sarebbero a rischio. Ma Biancareddu dice che nulla è stato deciso e rilancia: «Non si chiude nulla, le linee guida devono ancora essere approvate. Chi pensa che qualche punto di erogazione, qualche vecchia scuola, venga chiusa ha assolutamente torto e non dice la verità». E poi: «Con questa Giunta non si chiuderà nessuna scuola, al massimo ci sarà qualche autonomia scolastica sottodimensionata». Una decisione che potrebbe riguardare però non i piccoli Comuni ad alto indice di spopolamento ma i centri più grossi: «Neanche questo è sicuro ma potrebbe accadere che nelle grandi città ci siano autonomie ridotte governate da un preside e da un dirigente amministrativo». Biancareddu conosce bene i numeri fissati dal Ministero, 600 alunni per le autonomie scolastiche con deroghe sino a 400 nelle zone interne a più bassa densità demografica.

E va avanti lungo il percorso tracciato: «Derogare al massimo facendo presente che la situazione della Sardegna è particolare, con una orografia tutta sua e con collegamenti stradali deboli». In questo quadro la chiusura dei punti di erogazione nei centri più piccoli avrebbe un effetto devastante perché farebbe aumentare le percentuali altissime di dispersione scolastica. Secondo Biancareddu la scuola deve avvicinarsi ai ragazzi, e questo può accadere attraverso due azioni: con il mantenimento dei presìdi «e potenziando il servizio di trasporto con gli scuolabus. Abbiamo stanziato 4,4 milioni di euro per fare in modo, con nuovi scuolabus, di consentire agli studenti di raggiungere in tempi normali, entro mezz’ora-tre quarti d’ora i punti di erogazione. Non voglio – dice l’assessore – che i bambini debbano partire alle 5.30 della mattina e tornare a casa alle 18.30: quei bambini non andranno probabilmente più a scuola perché è troppo faticoso».

Contro la dispersione servono trasporti più efficienti e un sostegno economico «per garantire il diritto allo studio in particolare ai non abbienti». A questo proposito Biancareddu ricorda che la giunta Solinas ha stanziato 3,8 milioni per la fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo. Resta il nodo delle pluriclassi, spesso l’ultimo presìdio rimasto in molte realtà. E se l’obiettivo è garantire l’istruzione, questa deve essere di qualità. Traguardo non raggiungibile se nella stessa classe convivono bimbi di 6 anni con scolari di 10. Su questi casi limite saranno fatte tutte le valutazioni, cercando di trovare la soluzione più vantaggiosa per i ragazzi e le loro famiglie. (si. sa.)
 

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