La Nuova Sardegna

Legambiente dal presidente Solinas: no alla dorsale e al carbone

Legambiente dal presidente Solinas: no alla dorsale e al carbone

L’associazione chiede che non venga rinviato il phase out: stop nel 2025. «Meglio puntare sull’elettrodotto e sulle rinnovabili: l’Europa dà 2 miliardi»

22 ottobre 2019
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CAGLIARI. Faccia a faccia con il governatore Solinas per illustrare la propria ricetta energetica. Legambiente a confronto con il presidente della giunta ha presentato la strategia che chiede di portare avanti alla Regione. Una visione precisa, netta, che non ha paura di andare anche controtendenza. Legambiente chiede che non ci sia rinvio sul phase out dal carbone e si rispetti la data del 2025 anche nell’isola. Ma boccia anche l’idea della dorsale del metano. Due punti su cui la giunta di centrodestra crede.

All’incontro con Solinas erano presenti la presidente regionale Annalisa Colombu e Vincenzo Tiana del Comitato scientifico. Hanno portato avanti un appello alla Regione «ad accelerare la transizione climatica e sociale, con un progetto che indirizzi le risorse della nuova programmazione Ue per le comunità interessate alla decarbonizzazione, con l'obiettivo di creare lavoro attraverso investimenti in riconversione delle zone industriali inquinanti, rinnovabili, efficienza del settore edilizio e sistemi di accumulo idraulico ed elettrico».

Secondo Legambiente la programmazione europea 2021-2027 mette in campo «2 miliardi per queste aree, e noi non dobbiamo sprecare l'occasione guardando a proposte superate». Il phase out, secondo Legambiente, deve essere accompagnato «dalla realizzazione dell'elettrodotto Sardegna-Sicilia-Continente per potenziare l'interconnessione con la penisola, la sicurezza della rete e facilitare l'esportazione dell'energia prodotta, e dalla realizzazione di depositi costieri di Gnl nei porti industriali al servizio delle più importanti aree urbane e industriali con mini rigassificatori anche per riconvertire le centrali a carbone». E poi, dalla richiesta di «una tariffa unica per i cittadini e le imprese in Sardegna per il metano, in accordo con l'Autorità per l'energia in modo da garantire la continuità territoriale e evitare differenze di prezzo tra i diversi ambiti». Per gli ambientalisti «la sfida che si apre per la politica regionale è fare in modo che questa transizione sia sostenibile anche da un punto di vista sociale».

E in particolare - continuano Colombu e Tiana - «ai sindacati diciamo che comprendiamo la giusta difesa dei posti di lavoro, ma che il processo urgente di decarbonizzazione non lo devono pagare i lavoratori ma è indispensabile che la Sardegna affronti con un ruolo attivo la sfida della innovazione energetica per riconvertire il comparto produttivo e creare anche nuova occupazione».
 

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