La Nuova Sardegna

Metano, la dorsale si farà lavori al via in primavera

di Claudio Zoccheddu
Metano, la dorsale si farà lavori al via in primavera

L’annuncio del presidente Solinas: il gnl arriverà nelle case dei sardi entro il 2025 Le reti di distribuzione costeranno 800 milioni, 16 sono già state realizzate

24 dicembre 2019
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SASSARI. Sotto l’albero di Natale c’è un regalo tanto atteso quanto discusso. Un dono confezionato da tante mani che hanno contribuito a costruire ed incartare il pacco su cui la giunta regionale guidata da Christian Solinas ha provveduto a sistemare il fiocco, nonostante le tante resistenze dell’ultima ora avessero messo in discussione la tempistica e l’utilità del regalo. Per i detrattori, dunque, sarà solo un pacco. Per i favorevoli sarà invece un regalo a tutti gli effetti. In ogni caso sarà qualcosa di grande perché ieri è stata sistemata, per quanto solo in senso figurato, la prima pietra della dorsale del metano su cui, da qualche ora, si sanno molte più cose.

L’annuncio. Le novità le ha comunicate proprio il presidente Solinas, accompagnato dall’assessora all’Industria Anita Pili: «Contiamo di iniziare i lavori per il tratto sud della dorsale del metano già dalla primavera 2020 – annuncia Solinas – per arrivare alla conclusione definitiva dell’infrastruttura entro il 2025». Il metanodotto quindi si farà e la road map è tracciata. Si parte l’anno prossimo, con l’arrivo della bella stagione, mentre l’ultimo allaccio all’ultima utenza dovrà essere completato entro 5 anni. Questo è il piano che, ovviamente, non prevede inconvenienti. Il disegno completo, poi, è decisamente più ampio perché il metanodotto che attraverserà l’isola sarà solo un capitolo del “Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec)” che è stato approvato nei giorni scorsi al ministero dello Sviluppo economico.

La disputa. Oltre al secco no degli ambientalisti, la giunta ha affrontato anche l’ostilità verso la dorsale del metano espresso dal governo: «Che cercava di sostituire la metanizzazione della Sardegna con il solo rafforzamento del cavo energetico dell’elettrodotto che andava dalla Sicilia alla Campania e poi alla Sardegna – spiega Solinas che poi sottolinea il lavoro della sua giunta – ma è stata brava l'assessora dell'Industria Anita Pili che ha tenuto la barra dritta portando avanti il piano di metanizzazione che abbiamo sostenuto fin dall'inizio per raggiungere tutti i bacini di distribuzione». Entro cinque anni, dunque, il metano arriverà nelle case di tutti i sardi: «Da tempo la Sardegna è divisa in bacini di distribuzione che raggiungono anche il più piccolo paese. Alcuni di questi sono già stati realizzati, altri verranno costruiti con l'arrivo della dorsale del metano. Quindi il metanodotto alimenterà tutta la rete, raggiungendo tutti, dalla più grande industria all'ultimo consumatore», conclude Solinas.

Le reti di distribuzione. In totale costeranno 800 milioni di euro di cui però 450 sono già stati sostenuti per reti realizzate o corso di realizzazione. Infatti, nell’isola esistono già alcune reti di distribuzione. Quelle di Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro sono già state realizzate verso la fine degli anni 90 e l’inizio del 2000 e sono costate circa 110 milioni di finanziamenti pubblici. C’è poi la rete del “Consorzio Bim Taloro” tra i comuni di Austis, Desulo, Fonni, Gavoi, Lodine, Mamoiada, Ollolai, Olzai, Orgosolo, Ovodda, Teti, Tiana e Tonara che è stata realizzata tra il 2004 ed il 2007 ed è costata 21,3 milioni, divisi in 10,3 milioni di finanziamenti pubblici e 11 di investimenti privati. Le reti negli altri 360 comuni, raggruppati in 33 bacini, nel 2005 prevedeva un costo 536 milioni che, con le ultime stime realizzate sulla base dei bacini già realizzati, è lievitata sino a 650 milioni. Secondo i rilevamenti effettuati il mese scorso i bacini completati sono 5 mentre 11 saranno terminati a breve e la Regione attende di informazioni dai concessionari sui cronoprogrammi. Dei 16 bacini realizzati o in fase di realizzazione 2 sono di Coseam/Sherdengas e 14 di Italgas. Nei restanti 17 bacini non è ancora stata avviata alcuna attività, a eccezione dei i comuni che hanno già una rete. Gli unici lavori in corso sono quelli di Italgas

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