La Nuova Sardegna

Coldiretti: agnello a rischio, aiutiamo i pastori

Coldiretti: agnello a rischio, aiutiamo i pastori

Le restrizioni e mettono in crisi i piatti tradizionali della Pasqua. Campagna social per gli allevatori

27 marzo 2020
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SASSARI. Le restrizioni per il Coronavirus mettono a rischio le usanze e la convivialità tipica del periodo pasquale. A temere maggiormente per questa situazione sono i pastori che allevano gli agnelli: il rischio dell’invenduto per questa stagione è molto alto. In occasione della Giornata mondiale della pastorizia la Coldiretti ha deciso di mandare un messaggio: rispettare le tradizioni della Pasqua e portare in tavola carne d’agnello non è solo benaugurante per il ritorno alla normalità ma aiuta anche la sopravvivenza di 60mila pastori duramente colpiti dalla crisi provocata dall’emergenza. Nello stesso tempo avvia una campagna social con lo slogan #iostocoipastori, per sostenere il valore sociale, economico, storico e ambientale di un mestiere a rischio di estinzione.

Chiaro che il problema riguarda in particolar modo la Sardegna dove è presente di gran lunga la parte maggiore del patrimonio ovino nazionale e dove la crisi ha picchiato più duro. Ma in tutta Italia la Pasqua è il momento per sfornare piatti tradizionali a base di agnello. «In occasione di questa festività – sottolinea la Coldiretti – si acquista gran parte dei circa 1,5 chili di carne di agnello consumata a testa dagli italiani durante tutto l’anno. Sostenere con i propri acquisti la produzione made in Italy significa aiutare il proprio territorio e contrastare anche l’abbandono delle aree più difficili dove i pastori svolgono un ruolo insostituibile di presidio».

E ancora: «In una situazione in cui la maggioranza dell’offerta viene dall’estero, specie da Romania e Grecia che non assicurano gli stessi standard qualitativi – dice Coldiretti –, per portare in tavola qualità al giusto prezzo il consiglio è dunque quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale, o di rivolgersi direttamente ai pastori, quando possibile».

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