La Nuova Sardegna

Mascherine, prezzi alle stelle i farmacisti: non è colpa nostra

di Alessandro Pirina
Mascherine, prezzi alle stelle i farmacisti: non è colpa nostra

Il costo di una protezione cresciuto anche di 10 volte rispetto a pochi mesi fa Sotto accusa le aziende: per una chirurgica da 23 centesimi fino a 1 euro e 50

20 aprile 2020
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SASSARI. Prima sono diventate merce rara, ora sono considerate pezzi pregiati. Eppure le mascherine chirurgiche, quelle usa e getta, sono le stesse di pochi mesi fa quando il coronavirus non era ancora entrato nel nostro vocabolario quotidiano. Il problema è che in poche settimane il loro valore è lievitato, il loro prezzo si è moltiplicato, anche per dieci. Un salasso per i cittadini che ormai non possono più mettere il naso fuori di casa senza proteggersi con la mascherina. Così dicono governo, regioni, comuni. E a finire sotto accusa sono quasi sempre i farmacisti, che le mascherine le vendono, ma a loro volta le acquistano anche. E anche loro si sono visti moltiplicare i costi d’acquisto. «Rispetto a pochi mesi fa c’è una differenza abissale – racconta Antonio Sircana, titolare dell’omonima farmacia di Sorso –. A noi una mascherina costava tra i 23 e i 26 centesimi, un pacco da 10 massimo 3 euro. Oggi una mascherina singola ci costa anche 1,20 euro più Iva, che quindi diventa un euro e 50. Io le sto rivendendo al prezzo d’acquisto, senza neanche il rincaro che la legge mi impone. Se lo avessi fatto non avrei potuto venderle a meno di 3 euro l’una, ma mi avrebbero dato dello sciacallo». Sircana racconta di come in questi mesi di pandemia il mercato delle mascherine sia impazzito, con proposte che varcano il confine del lecito. «Ci sono arrivate un’infinità di mail con prezzi incredibili. Aziende improvvisate mai collocate all’interno del mercato farmaceutico. All’inizio indicavano nelle mail direttamente i prezzi, poi si sono fatte più furbe e ora mettono un link che rimanda a una pagina che, in caso di controlli, può poi essere modificata». Il farmacista racconta che ancora oggi c’è «molta carenza di mascherine, anche se nulla a che vedere con quella del primo periodo. Nei primi 10 giorni dell’emergenza noi in farmacia eravamo costretti a riciclare la stessa protezione». In vendita però hanno solo quelle chirurgiche. «Le Fpp3 sono totalmente irreperibili, le Fpp2 con o senza valvola non le possiamo vendere a meno di 4,50-5 euro e dunque neanche le abbiamo».

Anche Francesca Spano, titolare della Farmacia del Mirto, regione Serra Li Pozzi a Porto Torres, conferma la stessa scelta. «Ci è arrivata una proposta per le Fpp2 senza valvola che solo a noi sarebbero costate quasi 5 euro più Iva. Abbiamo detto no, perché sarebbero invendibili. Abbiamo quelle chirurgiche usa e getta, che hanno avuto un rialzo pazzesco del prezzo. Non appena è scoppiata l’emergenza era un continuo arrivo di proposte di mascherine di varia origine, senza neanche certificazione. Ci chiedevano anche 2,50 a mascherina, a cui bisognava aggiungere l’Iva. Per fortuna poi ci hanno autorizzato a toglierle dalle confezioni e a venderle separatamente nelle bustine». Un lavoro non semplice, delicato, ma ciononostante spesso i farmacisti si sono trovati a dovere gestire clienti inferociti per l’aumento dei prezzi. «Da parte nostra non c’è alcun guadagno, ma talvolta i clienti non capiscono. L’ultimo battibecco l’ho avuto su Facebook. “Chiamo la finanza”, mi ha scritto uno. “Ben venga”, ho risposto, “così facciamo vedere tutte le fatture”. Purtroppo la gente è disperata ed è anche da capire. Adesso stanno aumentando anche i prezzi dei guanti. Per fortuna quelli delle mascherine stanno calando. La settimana scorsa ne sono arrivate 2mila e in tre giorni le abbiamo finite».

La ricerca delle mascherine ora non riguarda solo le chirurgiche. «Come stanno per riaprire le aziende è ripresa la richiesta delle Fpp2 – dice Rossella Tanca, titolare della farmacia di Codrongianos –. Le chirurgiche servono per non diffondere il virus, ma se fai un lavoro che prevede il contatto con altri devi cambiare mascherina. Solo che oggi le Fpp2 sono carissime». La farmacista fa il resoconto di questi due mesi alle prese con la caccia alle mascherine. «A gennaio le compravano i cinesi della comunità per inviarle in Cina e siamo rimasti quasi senza. Subito dopo il caso Codogno le abbiamo esaurite. Per settimane non ne avevamo a disposizione. Le aziende le proponevano, ma non erano certificate e noi dovevamo stare attenti. Ci arrivavano una marea di mail, alcune chiedevano anche il pagamento anticipato e purtroppo qualche collega lo ha fatto ed è rimasto truffato. Per noi è stato un lavoro massacrante, dovevamo cercare di accontentare i clienti. E intanto i prezzi sono aumentati anche di 10 volte. Non ci dormivo la notte».

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