La Nuova Sardegna

Con Abinsula la Sardegna è la culla dello smart working

di Giovanni Dessole
Con Abinsula la Sardegna è la culla dello smart working

Sassari, l'esempio della società di software solution che ha sedi a Cagliari, Torino e Barcellona. "La digitalizzazione ora coinvolge tutti e per l'isola questo può essere un vantaggio"

26 aprile 2020
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SASSARI. “La necessità fa l’uomo digitale”. Concetto che esprime il momento e ha nello smart working la risposta che Abinsula, società sassarese operante nel settore software solution, ha dato all’emergenza Covid-19 per mantenere alto il livello di operatività. Alla base di tutto c’è il know-how, e una propensione all’innovazione che è parte del dna di Abinsula.

“Eravamo abituati a lavorare in modalità smart - spiega Pierluigi Pinna, uno dei fondatori della società -. Abbiamo sedi a Sassari Cagliari Torino e Barcellona, una clientela internazionale e un team distribuito che nella maggior parte dei casi si può vedere solo virtualmente. Aerei ne prendevamo tanti, non sempre era possibile raggiungere il cliente. Il remoto è la dimensione in cui ci muovevamo già prima del lockdown, non ci siamo fatti trovare impreparati”.

Abinsula è realtà che affonda le radici nell’Isola ma ha orizzonti globali. “Esportiamo tecnologia e innovazione, abbiamo l’esigenza di raggiungere ogni luogo non soltanto fisicamente. Appena percepito il problema, già prima delle disposizioni governative, abbiamo attivato lo smart working”.

Dalla sede di viale Umberto alle postazioni nelle singole abitazioni: “Prima facevamo riunioni preliminari per preparare i meeting con i committenti, ora siamo tutti a casa ma le piattaforme di comunicazione ci danno una mano. Quali? Dipende da cosa dobbiamo fare, dalle preferenze e abitudini del cliente, dalle policy delle aziende. Principalmente usiamo Hangouts Meet di Google, leggera e funzionale, ma nel settore automotive è molto diffusa Webex, professionale e sicura - prosegue -. C’è Zoom, la più in voga in questa quarantena. E poi Skype, Teams, piattaforme che noi completiamo con strumenti agili come Asana per la gestione di progetti fra team distribuiti, Trello per pianificare le attività e Redmine per monitorare lo stato d’avanzamento dei progetti. In realtà hanno sempre fatto parte del nostro background, ora sono assolutamente necessarie”.

Interessante anche Discord - un must fra i gamer - una sorta di ambiente virtuale in cui è possibile creare varie stanze: “Si possono customizzare gli spazi, noi abbiamo ricreato un clone delle nostre sedi, basta invitare le persone collegate e trascinarle (drag & drop) nella stanza desiderata fra sale riunioni e sala caffè”. In Abinsula occorre pianificare le strategie per poi agire dando forma alle competenze del gruppo.

“Per questo dico che la necessità fa l’uomo digitale. La pandemia ci sta cambiando la vita, e la trasformazione digitale che abbiamo sempre cercato di spiegare e raccontare ora accade. Il porta a porta diventa eCommerce, gli imprenditori si aggiornano, le riunioni si fanno in video chat e il mutamento interessa persone di tutte le età in tutto il mondo. Una opportunità di crescita: ci stiamo tutti digitalizzando, ed essendo sardi e isolani questo può essere un vantaggio”.

Fondamentale l’infrastruttura tecnologica: pc, mac, smartphone sono porte d’accesso allo smart working. Senza dimenticare alfabetizzazione digitale e rete internet, oggi bene primario

“Supporti e connessione consentono allo smart working di essere efficace - spiega Pierluigi Pinna -. Per tornare all’automotive, tante aziende si sono attrezzate per attivare modalità di lavoro a distanza: oggi ci possiamo collegare da remoto su alcune centraline auto e lavorarci da Sassari senza spostarci materialmente per testare i software. Alcune procedure potranno essere sfruttate anche dopo: seguiremo da qui fabbriche e industrie in qualunque parte del globo”.

La consapevolezza delle difficoltà dettate dal contesto è piena in Abinsula, ma ricercare una prospettiva lungimirante e ottimistica resta una priorità. “Stiamo già cercando di capire cosa sarà dopo. Grazie a questi strumenti abbiamo presentato dei nostri progetti inerenti l'emergenza al Ministero dell’Innovazione Tecnologica e coordinato la bella iniziativa di Makers pro Sa Sardigna funzionale alla produzione di prototipi per la protezione individuale, sfruttando le potenzialità di un ecosistema già presente in Sardegna e mettendo sul campo le potenzialità di una nuova tipologia di fabbrica diffusa e digitale”.

Software embedded, IoT, automotive, internet security. Questo è molto altro è Abinsula, società fondata nel 2012 da quattro ingegneri sardi e un torinese (Andrea Sanna, Paolo Doz, Stefano Farina, Andrea Maddau e Pierluigi Pinna) che hanno fatto squadra per creare prodotti opensource per sistemi embedded, ovvero software intelligenti impiegati all’interno di dispositivi elettronici di uso comune, come elettrodomestici, automobili o consolle per videogiochi.

L’azienda è cresciuta e diversifica la sua offerta: Lifely, FootureLab, Insula Events sono solo alcuni pianeti della sua galassia. Nel 2016 la società vince anche l’Italian Master Startup Award, nel 2017 il Premio Nazionale per l’Innovazione e nel 2019 il premio Imprese Vincenti.

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