Malati ancora in calo in Italia
Migliora pure Milano. Solo quattro regioni fanno segnare un aumento dei casi
26 aprile 2020
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ROMA. Ancora troppi morti, altri 415 in un solo giorno con la Lombardia e il Piemonte che hanno più della metà di tutte le vittime registrate in Italia. Ma per la prima volta dall'inizio dell'emergenza diminuiscono le persone che sono in quarantena: ce ne sono complessivamente 82.212, 74 in meno rispetto a venerdì. Il bollettino del 25 aprile consolida il contenimento del contagio, che ormai da una decina di giorni segue un trend in discesa, ma conferma anche quello che gli scienziati ripetono da tempo: ci vuole tempo per uscire dall'emergenza e l'ultimo indicatore a calare sarà proprio quello relativo alle vittime. Ed è questo il motivo per il quale anche il Commissario straordinario Domenico Arcuri si accoda alla lunga lista di coloro che predicano prudenza in vista della Fase 2: «Non abbiamo ancora vinto, non ci siamo ancora liberati dal virus. Non siamo ancora al 25 aprile nella guerra contro questo nemico. Non abbiamo riconquistato tutte le nostre libertà».
Se si esclude il dato relativo alle vittime, i numeri dicono che la battaglia sta andando nella giusta direzione. Altri 850 malati in meno, con il totale sceso a 105.847; altri 71 pazienti in meno nelle terapie intensive, che portano il numero complessivo a 2.102, un numero che non si registrava dal 17 marzo; 535 malati che non sono più ricoverati negli altri reparti degli ospedali e che fanno scendere il totale a 21.533; i guariti che ormai da una settimana sono costantemente sopra i duemila al giorno (oggi 2.622) e che sono complessivamente 63.120. Non solo: su 20 regioni solo Lombardia, Piemonte, Toscana e Lazio fanno segnare un incremento dei nuovi casi. Tutte le altre, e le province autonome di Trento e Bolzano, sono in negativo. Il fatto poi che per la prima volta da quel lontano 20 febbraio quando tutto è iniziato a Codogno siano scesi per la prima volta anche coloro che sono in isolamento domiciliare, è un ulteriore elemento positivo, che dovrà però consolidarsi nei prossimi giorni. E in miglioramento sono anche i dati relativi alla Lombardia e Milano, che negli ultimi giorni avevano fatto segnare un incremento preoccupante. In Regione ci sono 105 nuovi positivi, meno del Piemonte che ne ha 111 (il numero più alto a livello nazionale) e meno di venerdì, quando l'incremento di malati è stato di 495; il numero complessivo dei contagiati (compresi vittime e guariti), inoltre, è di 713: erano 50 giorni che non era così basso. Anche Milano va meglio: i nuovi positivi nell'area metropolitana ieri sono stati 219, per un totale di 17.909, di cui 80 nuovi casi a Milano città.
Nel mondo. Continua a salire il numero delle vittime del coronavirus in tutto il mondo, mentre la comunità scientifica spinge sull'acceleratore per trovare un vaccino e l'uomo più ricco del mondo, Bill Gates, promette di finanziarlo. Sono 200.000 le persone morte a causa del Covid-19 e quasi 3 milioni quelle contagiate, secondo l'ultimo bollettino della Johns Hopkins University. Numeri impressionanti che ancora una volta vedono l'Europa epicentro della pandemia con oltre 120.000 vittime. Nel Vecchio Continente alcuni Paesi si preparano ad allentare le misure restrittive per l'inizio o la metà di maggio, mentre in altri la situazione si aggrava. In Gran Bretagna è stata superata la soglia dei 20.000 morti, una «tragedia» per la ministra dell'Interno Priti Patel che ha avvertito che l'isola «non è ancora fuori pericolo» nonostante l'appiattimento della curva dei contagi. Per questo, il governo di Boris Johnson ha fatto sapere che il lockdown è destinato a proseguire fino a quando non si determineranno cinque condizioni chiave.
Se si esclude il dato relativo alle vittime, i numeri dicono che la battaglia sta andando nella giusta direzione. Altri 850 malati in meno, con il totale sceso a 105.847; altri 71 pazienti in meno nelle terapie intensive, che portano il numero complessivo a 2.102, un numero che non si registrava dal 17 marzo; 535 malati che non sono più ricoverati negli altri reparti degli ospedali e che fanno scendere il totale a 21.533; i guariti che ormai da una settimana sono costantemente sopra i duemila al giorno (oggi 2.622) e che sono complessivamente 63.120. Non solo: su 20 regioni solo Lombardia, Piemonte, Toscana e Lazio fanno segnare un incremento dei nuovi casi. Tutte le altre, e le province autonome di Trento e Bolzano, sono in negativo. Il fatto poi che per la prima volta da quel lontano 20 febbraio quando tutto è iniziato a Codogno siano scesi per la prima volta anche coloro che sono in isolamento domiciliare, è un ulteriore elemento positivo, che dovrà però consolidarsi nei prossimi giorni. E in miglioramento sono anche i dati relativi alla Lombardia e Milano, che negli ultimi giorni avevano fatto segnare un incremento preoccupante. In Regione ci sono 105 nuovi positivi, meno del Piemonte che ne ha 111 (il numero più alto a livello nazionale) e meno di venerdì, quando l'incremento di malati è stato di 495; il numero complessivo dei contagiati (compresi vittime e guariti), inoltre, è di 713: erano 50 giorni che non era così basso. Anche Milano va meglio: i nuovi positivi nell'area metropolitana ieri sono stati 219, per un totale di 17.909, di cui 80 nuovi casi a Milano città.
Nel mondo. Continua a salire il numero delle vittime del coronavirus in tutto il mondo, mentre la comunità scientifica spinge sull'acceleratore per trovare un vaccino e l'uomo più ricco del mondo, Bill Gates, promette di finanziarlo. Sono 200.000 le persone morte a causa del Covid-19 e quasi 3 milioni quelle contagiate, secondo l'ultimo bollettino della Johns Hopkins University. Numeri impressionanti che ancora una volta vedono l'Europa epicentro della pandemia con oltre 120.000 vittime. Nel Vecchio Continente alcuni Paesi si preparano ad allentare le misure restrittive per l'inizio o la metà di maggio, mentre in altri la situazione si aggrava. In Gran Bretagna è stata superata la soglia dei 20.000 morti, una «tragedia» per la ministra dell'Interno Priti Patel che ha avvertito che l'isola «non è ancora fuori pericolo» nonostante l'appiattimento della curva dei contagi. Per questo, il governo di Boris Johnson ha fatto sapere che il lockdown è destinato a proseguire fino a quando non si determineranno cinque condizioni chiave.